Produzione industriale piemontese in frenata. Nel primo trimestre del 2024 il comparto manifatturiero della regione ha avuto una flessione dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2023. Situazione inserita in un contesto italiano dove il Pil nazionale è in linea con quello dell’Eurozona (+0,3%). È questo il quadro evidenziato dall’indagine sulla congiuntura economica regionale realizzata da Unioncamere Piemonte e UniCredit. Una rilevazione condotta negli ultimi due mesi riferendosi al periodo tra gennaio e marzo del 2024, coinvolgendo 1.819 imprese del territorio, pari a quasi 95.905 lavoratori e un fatturato complessivo di circa 62 miliardi di euro.
Solo il settore della chimica-plastica regge la botta e cresce (+2,7%). Tutti gli altri settori sono stabili o in flessione. La filiera dei mezzi di trasporto segna un -0,2%, nessun sussulto neanche per legno e mobili (-0,1%). Le contrazioni maggiori si rintracciano tra le aziende del tessile e dell’abbigliamento, la cui produzione è diminuita del 6,8% dal primo trimestre del 2023. Seguono poi la meccanica (in calo dell’1,1%), le industrie dei metalli, dell’elettricità e dell’elettronica (-0,9%) e il comparto alimentare, dal valore tendenziale produttivo in negativo dello 0,4%, comunque in linea con quello regionale.
A ogni modo, il ribasso della produzione industriale è stato accompagnato da un andamento positivo degli ordinativi interni (+0,6%) e arrivati dal mercato estero (+0,4%). Crescita del fatturato totale di mezzo punto percentuale. Non tanto grazie alla componente interna, ma dovuta alla componente estera, incrementata dell’1,5%. Inoltre, negli ultimi 12 mesi è calato il grado di uso degli impianti di quasi 5 punti percentuali: dal 67,4% dei primi tre mesi del 2023 passa al 62,7% del 2024.
Con un focus sulla dimensione aziendale, le micro imprese hanno registrato una certa stabilità produttiva (-0,2%). Positivo il trend di quelle piccole e medie, rispettivamente incrementate dello 0,8% e 1,9% dai primi tre mesi del 2023. La battuta d’arresto si vede per le grandi aziende: -4,7%.
Differenze nel territorio
La provincia con una variazione tendenziale assai in positivo è il Verbano-Cusio-Ossola, che ha segnato un +2%. Ci sono poi le aziende del Cuneese con performance dello 0,4%, trainate dal settore alimentare. Stazionarie l’area metropolitana di Torino e il Novarese, spinte dall’ambito della chimica.
Rallentano invece le altre tre province. In affanno Asti con un meno 1,9% scosso dalla metalmeccanica. Neanche la produzione di bevande è riuscita a sopperire l’andamento negativo. Anche l’Alessandrino risente del calo nelle industrie alimentari e metalmeccaniche (-2,4%). Infine, le attuali difficoltà nel tessile si ripercuotono su Biella (-3,7%).
Osservazioni
Come analizza Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte, “l’andamento della produzione industriale in Piemonte è purtroppo rallentato anche a causa dell’incertezza del contesto economico internazionale”.
Paola Garibotti, regional manager Nord Ovest di UniCredit, ribadisce la necessità di sostenere le aziende del territorio: “Crediamo nell’eccellenza e continuiamo a supportarle nei loro piani di sviluppo e consolidamento. Nel primo trimestre del 2024 abbiamo erogato 296 milioni di euro di nuovi finanziamenti ai nostri clienti, di cui 164 alle imprese. Digitalizzazione e profondo radicamento della cultura Esg sono i due obiettivi che le aziende manifatturiere piemontesi devono perseguire per essere sostenibili e rimanere competitive sul mercato”.