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Piazza San Carlo, arrestati due rapinatori sospettati di aver scatenato il caos

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L’indagine per individuare i colpevoli del panico di piazza San Carlo è stata molto complessa. Tutto nasce da un’indagine diversa, condotta nei primi mesi del 2018 dalla Digos e dalla Squadra Mobile di Torino: si era scoperto che una banda di giovani usava dello spray urticante nelle manifestazioni piene di persone per poter rapinare gioielli e borse. Questo ha allertato le forze dell’ordine, visto che anche in piazza San Carlo molti lamentavano di aver sentito dello spray urticante sulla pelle. E sembra che sia stato proprio così. Dei dieci membri della banda criminale, quattro erano in piazza alla finale di Champions, ma solo due hanno effettivamente spruzzato lo spray e tentato le rapine, causando il panico e la morte di Erika Pioletti, oltre al ferimento di 1500 persone. La presenza dei quattro in piazza è stata accertata grazie a intercettazioni e monitoraggio dei social network.
Per fare chiarezza, tenendo conto che tutti i dieci membri hanno subito un qualche tipo di provvedimento, bisogna quindi dividere la banda in due gruppi: presenti e assenti in piazza il 3 giugno. Per gli assenti sono scattati tre arresti, una detenzione ai domiciliari e due obblighi di firma. I due presenti che non hanno però commesso reato sono in arresto, fermati invece i due colpevoli con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Uno di loro, B.S., ha confessato.
Il sospetto è che la banda abbia colpito anche in occasioni successive alla proiezione della finale di Champions nella notte del 3 giugno dell’anno scorso, ad esempio al concerto di Elisa per l’inaugurazione delle Officine Grandi Riparazioni (Ogr) a Torino, tre mesi dopo la tragedia di piazza San Carlo.

Sono tutti giovani, di età comprese tra i diciannove e i ventidue anni, e sono sospettati di aver operato con lo stesso metodo nel Nord Italia ma anche in Olanda, Francia, Germania e Belgio. Il procuratore della Repubblica Armando Spataro si dice “soddisfatto della rapidità delle indagini. Non era facile vista la complessità della vicenda”.

Ieri sono giunte al termine le indagini sulle responsabilità politiche. Dei ventuno nomi presenti nel registro degli inquirenti, quindici hanno ricevuto una notifica: tra questi la sindaca Chiara Appendino e l’ex questore Angelo Sanna. Le rimanenti sei posizioni, tra cui quella del prefetto Renato Saccone, potrebbero essere archiviate. L’accusa è di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo e l’inchiesta è stata aperta dai pm Vincenzo Pacileo e Antonio Rinaudo.

GIUSEPPE GIORDANO
MARTINA PAGANI