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Piazza San Carlo, avviso di garanzia anche a Chiara Appendino

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Omicidio colposo in “cooperazione”. E’ questo il reato per cui la sindaca Chiara Appendino è stata nuovamente iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Torino che le ha inviato un avviso di garanzia nell’ inchiesta sui fatti di piazza San Carlo. A dare la notizia è la stessa sindaca dal suo profilo Twitter.

A cinque mesi dal caos che ha registrato un bilancio di oltre 1500 feriti e una vittima, durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid, la procura indaga sulla responsabilità degli organizzatori dell’evento. I reati contestati sono di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo. La sindaca, che aveva la delega alla sicurezza, era già iscritta nel registro degli indagati per lesioni a seguito delle querele sporte dai feriti. La notifica del provvedimento giudiziario è arrivata anche all’ ex capo di Gabinetto del Comune Paolo Giordana, dimessosi nei giorni scorsi, al dirigente comunale Paolo Lubbia e ad altri funzionari comunali che si sono occupati dell’evento. Tra gli indagati risulta inoltre il questore Angelo Sanna. Anche alla Questura spettava infatti il compito di verificare l’adempimento delle 19 prescrizioni impartite dalla Commissione di vigilanza sugli spettacoli della Prefettura, che ha autorizzato l’evento e a cui hanno partecipato la stessa Questura con il Comune e i Vigili del fuoco.

La Commissione aveva stabilito una capienza della piazza di 40 mila persone, anche se per la normativa vigente si sarebbe dovuto fissare il tetto a 20 mila. Gli avvisi di garanzia sono arrivati anche a Maurizio Montagnese e Danilo Bessone, presidente e direttore di Turismo Torino, la partecipata del Comune a cui è stata affidata dal capo di Gabinetto Giordana l’organizzazione della manifestazione. Già indagati entrambi, Montagnese e Bessone avevano commissionato il progetto per la sicurezza della piazza all’architetto Enrico Bertoletti. Indagati sono anche il capo di gabinetto della Questura Michele Mollo e il dirigente del commissariato centro Alberto Bonzano che, quella notte, aveva il comando delle forze dell’ordine in piazza San Carlo.

Dalle indagini condotte dal pm Antonio Rinaudo, dall’aggiunto Vincenzo Pacileo e dal procuratore Armando Spataro, l’organizzazione dell’evento risulta costellata di lacune, secondo le tesi degli inquirenti, in un intreccio di responsabilità tra Comune, Prefettura e Questura che non si sono coordinati efficacemente. Le falle? Gli errori progettuali non colti dalla Commissione della Prefettura, le ordinanze non rispettate, la mancata nomina di un responsabile della sicurezza. E poi i cinque varchi sulle vie di accesso decisi dalla Questura per controllare gli ingressi, allestiti quando ormai la piazza era già piena e i due principali ingressi transennati. Gli ambulanti abusivi che vendevano alcolici in vetro e il parcheggio sotterraneo non presidiato come previsto dalle prescrizioni della stessa Prefettura.

LUCREZIA CLEMENTE