“Il processo riformatore che abbiamo avviato è un’occasione importante per delineare un sistema di autonomie locali al passo con i tempi” lo dice Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, presente a Torino per l’apertura del seminario “Riforme e carta europea dell’autonomia locale principi e prospettive”.
Nel suo discorso, Piantedosi ha offerto una panoramica storica e generale sul tema, soffermandosi su un aspetto: l’apparente contraddizione del principio autonomistico nella democrazia italiana. “Quando si parla di autonomie territoriali spesso c’è il tema di qualcosa concettualmente antagonistico, in realtà non è così. La prima normativa che ha disciplinato l’ordinamento dell’autonomia locale è stata la legge 20 marzo 1865 e previde la creazione di un sistema amministrativo dotato di autonomie locali. Dunque non sono un qualcosa di contraddittorio o antagonistico all’unità d’Italia, bensì un tutt’uno. La spinta rinnovatrice proveniente dalla carta europea 1985 non si è esaurita, però bisogna rafforzare il sistema delle autonomie proprio a partire dai livelli più bassi di governo territoriale”.
Il ministro ha poi concluso il suo discorso con un breve riferimento al tema dello scioglimento comunale per infiltrazioni mafiose.
“Le mie intenzioni, che credo siano abbastanza condivise, non coincidono con uno scioglimento, piuttosto un accompagnamento dell’ente verso una maggiore aderenza ai principi di legalità. Una forma che può salvare l’integrità dell’ente stesso”.