Cinque nuovi casi di peste suina africana registrati in Piemonte, stabile il numero in Liguria. Dal primo caso di animale infetto nella nuova ondata del 2022, trovato nel comune alessandrino di Ovada, i positivi sono cresciuti notevolmente: 1746 casi totali, di cui 696 in Piemonte e 1050 in Liguria. Il ritorno degli aumenti ha portato alla sospensione delle squadre di abbattitori nell’area colpita, mentre rimane esclusa dalle due settimane di stop la caccia dei singoli “depopolatori”.
I nuovi casi sono stati rilevati ad Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria, e nel Novarese, di cui tre a Cerano e uno a Trecate. Sebbene la peste suina non sia trasmissibile all’uomo, la sua diffusione tra cinghiali e maiali preoccupa i mercati: rischio chiusura per numerosi allevamenti suinicoli e brutte notizie anche per le esportazioni, dato che molti paesi respingono i prosciutti di aree contagiate. Inoltre, come ha spiegato il veterinario Vittorio Guberti a Greenpeace, la peste suina provoca la morte dell’animale infetto nel 95-99% dei casi e presenta notevoli rischi per la biodiversità.

Le misure preventive non hanno funzionato. Nel corso del 2022, nell’area tra Piemonte e Liguria è stata costruita una rete di contenimento anti-cinghiali, come richiesto dal protocollo dell’Unione europea per la delimitazione delle zone contagiate dalla peste suina. La recinzione di 270 chilometri, costata alle casse pubbliche 10 milioni di euro, è stata un flop: troppi i passaggi aperti, tra cancelli chiusi male e altri danneggiati dagli agenti atmosferici. Il consiglio provinciale di Alessandria terrà una seduta aperta sul tema della peste suina il 24 febbraio.