Al via nella notte italiana la settima giornata delle Olimpiadi di Pechino 2022. Non è stato tuttavia un buon inizio per gli azzurri, in particolare per la squadra femminile dello sci alpino. Le donne del Super G – favorite per i numerosi podi nell’ultima stagione in Coppa del Mondo – hanno deluso le aspettative, non riuscendosi a piazzare tra le prime cinque. Settima Federica Brignone, decima Elene Curtoni, diciassettesima Marta Bassino e ventiduesima Francesca Marsaglia (che aveva preso il posto di Sofia Goggia). A trionfare nella gara è stata la svizzera Lara Gut-Behrami, seguita dall’austriaca Mirjam Puchner e dalla svizzera Michelle Gisin. Piccola delusione anche per la nazionale maschile del curling che nella notte ha registrato la seconda sconfitta nel girone, perdendo 9-3 contro la Svezia. La qualificazione al prossimo turno si complica ma non è impossibile. Nella mattina sono però arrivate due medaglie di bronzo per gli azzurri. Super gara di Davide Ghiotto, che conquista la terza posizione nei 10 mila metri del pattinaggio di velocità maschile; e Dorothea Wierer, che riesce nell’impresa di salire sul terzo gradino del podio nella 7,5 km sprint del Biathlon femminile. Il bottino azzurro sale così a dieci medaglie (2 ori, 4 argenti, e 4 bronzi), che consente l’Italia di piazzarsi al nono posto del medagliere generale, guidato sempre dalla Norvegia (6 ori, 3 argenti e 5 bronzi).
Vi raccontiamo la storia di Colby Stevenson, nuovo vice-campione olimpico dello sci freestyle nell’evento del Big Air. Un atleta che ha mostrato al mondo come – nonostante le imprevedibili sofferenze della vita – non bisogna mai smettere di sognare.
Colby Stevenson: dalla morte sfiorata all’Olimpo di Pechino
Colby Stevenson è nato a Portsmouth, nel Regno Unito, ma la bandiera con cui ha sempre gareggiato è quella degli Stati Uniti. Ed è proprio su una strada dell’Idaho che – sei anni fa – Colby ha rischiato la sua vita, schiantandosi con la sua auto a causa di un colpo di sonno.
Colby esce dall’abitacolo di quel che rimane della sua auto in condizioni critiche: fratture al cranio, alle orbite, alla mascella, a diverse vertebre e anche nel collo. Un quadro clinico che obbliga i medici a sottoporre l’atleta statunitense a un coma farmacologico di tre giorni e a due interventi chirurgici molto delicati, di cui uno è finalizzato a ricostruirgli il cranio con placche di titanio. Una serie di interventi che obbligano Colby a dover intraprendere un lungo percorso di riabilitazione, mentre i medici non credono che l’atleta possa in futuro gareggiare nello sci freestyle.
Lo statunitense non è della stessa opinione. Così, dopo un inteso periodo di ripresa dal punto di vista fisico, Colby è riuscito a rimettere gli sci ai piedi e a riprendere la sua carriera nello sport che ama. Ma la sfortuna bussa alla sua porta una seconda volta. Nel 2018, a causa di infortunio, è costretto a rinunciare alla partecipazione alle Olimpiadi di Pyengchang.
Un sogno che tuttavia realizza ai Giochi di quest’anno, e che corona con una splendida medaglia d’argento nella specialità del Big Air, sul podio insieme al campione norvegese Ruud e al terzo posto dello svedese Herling Harlaut.
“Onestamente, mi sento come se fossi su una nuvola in questo momento. È il mio primo podio nel big air, ed è proprio qui alle Olimpiadi. L’incidente? In realtà adesso non ci penso. È qualcosa del passato, ma tornare dopo quello e poter sciare di nuovo ad alto livello mi fa sentire super fortunato. Se sono sopravvissuto a questo, posso sopravvivere a qualsiasi tipo di caduta là fuori; è così che la vivo. Questo è quello che ho amo fare e niente mi impedirà di farlo” afferma Colby in un’intervista dopo il suo successo.
“La cosa più importante che il mio sport mi ha insegnato sulla vita è che fa bene uscire dalla propria comfort zone – sottolinea Colby – È così importante uscire dalla tua zona di comfort nella vita. Esci e fai ciò che ami e inizia a imparare qualcosa di nuovo e prova quante più cose puoi”.