Un bilancio da cui emerge la mancanza di visione di una giunta che non segue una linea comune. Per il PD regionale l’ultimo bilancio di previsione rispecchia una legislatura fatta di molte promesse e altrettanti tagli ai fondi pubblici e ai servizi, nella quale il presidente Cirio ha perso il polso della giunta, descritta dal segretario regionale Rossi come un insieme di piccoli potentati, che si scontrano uno con l’altro. Il vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle è inoltre scettico sulla ricandidatura di Cirio, che non sarà decisa, a suo modo di vedere, dal diretto interessato.
Sul bilancio sono molti invece i punti critici messi in luce dal Partito Democratico, prima fra tutti la sanità. Nel 2022 – denuncia il PD – sono stati persi più di mille dipendenti, considerando anche i pensionamenti, che però non sono stati sostituiti con nuove assunzioni, rimaste bloccate. Questo potrebbe quindi aggravare ulteriormente la situazione delle liste di attesa nelle strutture sanitarie piemontesi. Il rischio è un nuovo commissariamento della sanità regionale, dopo esserne usciti nel 2017.
Segnalato dal partito il mancato rifinanziamento della legge 18 per far fronte alle esigenze dei comuni, che ora ricevono fondi soltanto dal Pnrr. Anche sull’ambiente non sono ci sono stati stanziamenti per le comunità energetiche e vi è stato un taglio del 70 per cento al fondo per la protezione civile. Inoltre sono state evidenziate grandi criticità intorno alle risorse per scuola e università, con l’abbassamento del voucher “Buona scuola” che potrebbe aumentare la platea delle 70mila famiglie idonee che nel 2022 non hanno percepito il sostegno. In quest’ambito i consiglieri regionali democratici hanno messo in luce un modus operandi rischioso della giunta: per le borse di studio universitarie – così come per l’assistenza alla domiciliarità dei non autosufficienti e per la formazione professionale – viene denunciato l’utilizzo di 8 milioni di euro di fondi strutturali europei per mantenere la copertura del 100 per cento delle borse; il problema, secondo il PD, è che questi scadranno nel 2024 e rimarranno solo i fondi regionali interessati dai tagli. Quello che emerge è quindi, per i dem, un bilancio pre-elettorale, fatto di molte promesse che non potranno essere mantenute a causa delle scelte della giunta.