Passione, un passaggio della Pasqua che affrontiamo ogni singolo giorno della vita. Celebrata per la seconda volta durante la pandemia, pur tra tante limitazioni, si rivela l’occasione per ricordare alcuni valori, oggi più espliciti.
Chi non si sente almeno un giorno nella vita, infatti, morire inchiodato sotto il peso opprimente delle proprie croci? Ognuno ha il suo personale calvario. La paura della malattia e la solitudine possono arrivare a comprimere la speranza degli uomini. Tuttavia, non si tratta di un tempo passato ad aspettare invano.
Questa attesa può essere spazio di confronto su molti quesiti. È di questa opinione Gian Luca Favetto, protagonista per l’occasione dell’evento online Le diciotto ore della passione 2021. “Nella passione, se ci si pensa, presenza e assenza cooperano assieme. Questo perché Cristo non c’è. Noi abbiamo solo la possibilità di ricordarlo. Come ogni atto di ricordo, si va a recuperare qualcosa che non c’è più. Noi possiamo farlo però solo con le parole, che devono diventare carne e corpo.”
Un messaggio che, sempre secondo Favetto, travalica il messaggio cristiano. “Si può leggere anche un valore anche civile. Ogni idea deve produrre un’azione. La presenza comporta sempre di conseguenza un’assenza, perché prima o poi non ci sarai più. A prescindere dall’epoca covid, siamo chiamati ad agire.”
Azione che si innesca quando ci si pone domande. Necessarie per capirsi e responsabilizzarsi secondo Ernesto Olivero, fondatore del Sermig.”La Passione è un’opportunità per fare i conti con se stessi. Porsi delle domande sul perché del male, del bene o della morte. L’uomo deve darsi delle risposte convincenti per poter avere davvero una vita piena con i propri talenti.”
Risposte mai simili a quelle del prossimo. Per ricordarsi come la normalità sia una condizione da vivere prima di tutto dentro se stessi. Non sono gli altri infatti a decidere cosa sia normale e cosa invece non lo sia.
Un passaggio che, secondo Olivero, comporta una consapevolezza dei propri timori.”La paura è un sentimento che bisogna imparare a gestire. E non lasciare mai che stia da sola. Perché la paura ti porta all’angoscia. Dobbiamo sempre avere qualcuno con cui parlare, non lasciare che i problemi rimangano da soli, altrimenti ti inchiodano. Le persone devono capire che da soli si resta soli. E se non si ragiona, le persone diventano solo degli esseri che devono sopravvivere a tutti i costi, a qualsiasi condizione o imbroglio. Ma è l’uomo che deve decidere che cosa fare dei propri sentimenti. C’è chi è migliorato e anche tanto in questo periodo, come chi invece si è incattivito.”
Un’occasione dunque per focalizzarci su cosa sia davvero essenziale in questa vita. Per non riaffiorare nel quotidiume della normalità pregressa, caratterizzata da comodi tragitti, ignari di cosa sia la solitudine e dove abbandonarsi alla miseria quotidiana. Non è tornare alla normalità ciò di cui abbiamo bisogno, ma avere il coraggio di mostrare l’eccezionalità di quello che si è, ogni giorno.