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Partite Iva, il flashmob dei commercianti piemontesi: “Dignità per la nostra categoria”

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Il ricordo di una Piazza Castello gremita di gente a invocare misure tempestive per salvare i piccoli commercianti è ancora presente nella memoria di quei pochi che oggi si sono trovati davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate di via Sidoli, per un flashmob di protesta organizzato dalle associazioni a sostegno delle partita Iva piemontesi.

Dal quel 15 novembre però, la speranza per tanti piccoli imprenditori di ottenere ascolto si è affievolita costantemente. La scarsa partecipazione di oggi, oltre che gli effetti delle limitazioni della zona rossa, sembra riflettere anche lo smarrimento e la stanchezza di molti piccoli imprenditori: “Se non possiamo lavorare perché ci viene impedito dalle restrizioni vigenti – spiega in un comunicato Enzo Macrì, fondatore di PIL (Partite Iva Libere Piemonte) che rappresenta oltre un migliaio di lavoratori con partita Iva – la conseguenza è la diminuzione o la totale mancanza di incassi. Un atto dovuto e di buon senso deve essere almeno lo sconto del debito verso l’Erario in misura pari alle perdite del fatturato degli anni 2020 e 2021: lo Stato deve assumersi la responsabilità delle sue decisioni ”. Accanto ai sostenitori di PIL anche quelli FIPI (Futuro Italiano Partite Iva) – l’altro movimento spontaneo locale nato a ridosso dello scoppio della pandemia – oltre ai membri di Movimento nazionale Italiano e Amici d’Italia, in rappresentanza della dimensione nazionale della manifestazione, avvenuta in contemporanea in altre città italiane.

Ad accompagnare le parole dei coordinatori delle associazioni, sono numerose le testimonianze degli esercenti che, in un tempo che appare oggi lontanissimo, davano respiro alle periferie. Un esempio è il racconto delle sorelle Mustaccioli, titolari di un piccolo ristorante nei pressi dello stadio Olimpico: “Mai avremmo pensato che ad un anno dallo scoppio della pandemia la situazione non desse cenni di miglioramento,” dice Antonella.  “Siamo riuscite a lavorare solo per poche settimane prima dell’ultima chiusura. L’assenza dei tifosi allo stadio, che ha sempre rappresentato per noi una grande fonte di guadagno, ha prosciugato le poche entrate su cui potevamo contare. Non abbiamo più modo di sostenere economicamente le nostre famiglie”.

Beba Pucciatti, coordinatrice di FIPI e agente assicuratrice che ha subito un dimezzamento del valore delle polizze incassate negli ultimi sei mesi, aggiunge: “Da oltre un anno siamo state vittime della bulimia fiscale decisa dal governo, che hanno peggiorato le già precarie condizioni di molti di noi. La sospensione dei termini di riscossione delle cartelle esattoriali senza congelamento dei tempi degli interessi, ha fatto sì che questi continuassero ad aumentare. Chiediamo dignità per la nostra categoria, senza essere trattati come uno spot elettorale.”