Il Paraguay premia i legami col passato di regime e sceglie Mario Abdo Benítez come nuovo presidente. L’esponente conservatore del Partido Colorado ha ottenuto il 46,5% dei voti, contro il 42,7% di Efraín Alegre, candidato dell’alleanza di centrosinistra GANAR. L’affluenza al 67,5% è stata la più bassa dal ritorno della democrazia nel 1989. Il Partido Colorado controlla il Paraguay da decenni, eccetto la parentesi al governo di Fernando Lugo dal 2008 al 2013, eccentrico leader di sinistra ed ex vescovo.
La vittoria di Mario Abdo, che promette l’unità del Paese, è per molti un ritorno alle consuetudini politiche, tornerà al potere l’ala più retrograda del Partido Colorado: il nuovo presidente infatti è contrario all’aborto e ai diritti per gli omosessuali. Abdo Benítez è stato criticato soprattutto per il suo rapporto con la dittatura militare di Alfredo Stroessner: suo padre, Mario Abdo, era il segretario privato del caudillo. Stroessner ha governato il Paraguay dal 1954 al 1989, il regime più longevo nella storia dell’America Latina.
Oggi il Paraguay mostra buoni numeri macroeconomici: crescita sostenuta, basso deficit fiscale, tasso di cambio stabile, investimenti esteri, ma il tasso di povertà è tra i più alti del Cono Sur, con il 26%. In un Paese in cui il 2% dei proprietari detiene ancora oggi l’85% dei terreni coltivabili, le disuguaglianze non mancano e non accennano a diminuire.