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Il ministro Zangrillo: “Askatasuna deve chiudere, Torino non può essere il centro dell’antagonismo”

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“Askatasuna deve essere chiusa subito”: lo ha detto questa mattina, 24 marzo, il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, intervenendo a Torino al Congresso provinciale del Sindacato autonomo di Polizia (Sap). “È un punto chiaro sul quale io mi impegnerò personalmente. Non possiamo considerarlo un centro culturale e chi lo spaccia per tale non rispetta noi cittadini, non rispetta il vostro lavoro e le persone che voi rappresentate – ha detto il ministro ai poliziotti in sala -, ma soprattutto non rispetta l’ordine democratico. L’impegno del governo sarà quello di creare le condizioni affinché queste situazioni vengano risolte: non possiamo pensare a una città importante come Torino come al centro dell’antagonismo”.

La questione Askatasuna

Tema dell’incontro erano le “garanzie funzionali e giuridiche per gli operatori delle forze dell’ordine” nel cosiddetto “ddl Sicurezza”, discusso disegno di legge che prevede anche modifiche al Codice penale, approvato a settembre alla Camera e ora in attesa del passaggio in Senato. Tra le misure previste c’è anche l’introduzione del reato di “occupazione arbitraria”, punita con reclusione da due a sette anni. “Il punto è la pericolosità dell’occupazione e la pericolosità ancora più evidente di una parte delle istituzioni che accetta che quel luogo, anziché essere debellato, sia un premio nei confronti di persone conosciute agli agenti e agli esperti di sicurezza come pericolose”, ha detto la deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli, facendo scattare l’applauso della sala. “Se passa il messaggio che una persona che ha sbagliato e non si è mai pentita e ancora si rende protagonista a Torino e fuori di atti violenti nei confronti degli agenti e dei cittadini, può continuare a farlo, il messaggio che passa è che lo Stato è al fianco di chi commette queste azioni”.

Il ddl Sicurezza

Si è poi discusso nel merito il disegno di legge Sicurezza: “Si tratta di una serie di misure che vogliono essere una risposta al fatto che negli ultimi anni gli episodi di violenza verso le forze dell’ordine sono significativamente aumentati”, ha sostenuto il ministro Zangrillo citando alcune novità introdotte dal ddl, come l’introduzione delle bodycam in dotazione agli agenti di polizia. “Le manifestazioni, che dovrebbero essere dei momenti nei quali ciascuno può esprimere liberamente il suo pensiero, si stanno trasformando in occasioni per aggredire le donne e gli uomini della polizia”.

Il dibattito

Sul ddl Sicurezza si è espresso favorevolmente il presidente nazionale onorario del Sap, Gianni Tonelli: “È una grande cosa, che mette dei puntini importanti. Spero che venga approvato, senza titubanze”. Concorde anche Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera: “Va approvato il prima possibile. Oggi siamo al Senato siamo fermi perché forse – gira voce – un paio di norme non avrebbero il gradimento del Quirinale. Io penso che ogni istituzione debba fare il suo lavoro: il Parlamento ha fatto il suo assieme al governo, se dovessero esserci problemi lo vedremo una volta approvato, ma iniziamo ad approvarlo”.

Di diverso avviso sul disegno di legge è la portavoce del Movimento 5 Stelle al Senato, Elisa Pirro: “Abbiamo una visione dello Stato meno repressiva nei confronti dei cittadini e un po’ più dialogante – ha detto -. Questo non significa riconoscere il grande lavoro delle forze dell’ordine, ma non siamo d’accordo con l’aumento del numero di reati penali messi in campo da questo governo per cercare di mantenere l’ordine”. Una delle novità previste dal ddl è il rimborso delle spese legali fino a 10mila euro per gli agenti coinvolti in procedimenti penali riguardanti azioni svolte in servizio. Una questione su cui dall’esponente Cinque stelle è arrivata invece un’apertura: “Che laddove il personale di polizia si trova sotto indagine per azioni compiute nell’esercizio del dovere le spese siano a carico dello Stato mi sembra un punto su cui potremmo facilmente convergere”.

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