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Paolo Foietta presenta il quaderno n.15 dell’Osservatorio Torino-Lione: “Spero che il governo nomini un nuovo Osservatorio”

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I due mesi di autoconvocazione dell’Osservatorio sulla linea Torino-Lione, scaduto lo scorso 25 marzo e non ancora rinnovato o chiuso dal governo, hanno prodotto i loro primi risultati. Oggi, 24 maggio, l’ex commissario e ora portavoce dell’Osservatorio, Paolo Foietta, ha presentato il quindicesimo quaderno. Il nuovo lavoro si occupa della transizione ecologia del sistema dei trasporti e del contributo che darebbe la linea Torino-Lione. “Verrà subito trasmesso al ministro Danilo Toninelli e al premier Conte – ha detto Foietta – e ci auguriamo che il governo, visto che nessuno ha chiuso l’Osservatorio con un atto formale, proceda a nuove nomine, così posso dedicarmi ad altro”. Ma questa non è stata l’unica frecciata lanciata verso l’esecutivo. Il portavoce Foietta ha parlato anche del ritiro da parte della Lega dell’emendamento Tav dal decreto sblocca-cantieri, avvenuto lo scorso 21 maggio: “Penso che il motivo sia che il governo non vuole procedere alla nomina di un nuovo commissario dell’Osservatorio. I 5 Stelle sperano che basti non nominare la Tav perché le cose non vadano avanti, come a dire che il tunnel non esiste perché non sei mai andato a vederlo. Sono comportamenti adolescenziali. Le impasse nel governo sono all’ordine del giorno – ha continuato Foietta – e già 48 ore sono troppe per fare previsioni. Per ora sappiamo che il 28 maggio scadrà il termine per la presentazione delle manifestazioni d’interesse per le gare d’appalto di Telt. Gli uffici dovranno vagliarle e per questo lavoro passeranno mesi”.

La scelta di presentare oggi il nuovo quaderno dal sottotitolo “Perché Greta viaggia in treno” è legato non alla “felice coincidenza” – così la chiamata Foietta – del secondo sciopero globale sul clima, ma perchè è l’ultima giornata operativa della regione e di molti comuni piemontesi: “Prima di riuscire a organizzare nuove riunioni dell’osservatorio passerà del tempo e dobbiamo chiudere questa fase prima che se ne apra una nuova, in cui speriamo di muoverci di nuovo sotto l’egida del governo, con la proclamazione di un nuovo commissario senza che l’osservatorio si debba autoconvocare”.

Il nuovo studio analizza gli impatti ambientali causati dal problema dei trasporti: “Vuole dimostrare che, in un quadro in cui i trasporti rappresentano il 25% delle emissioni clima-alteranti, la ricetta della cura del ferro è efficace”. Secondo Foietta non si può ancora aspettare e sperare che il problema si risolva e non si può credere nella decrescita: “Non è praticabile in questo paese, ma bisogna fare una transizione ecologica. La soluzione unica è un trasferimento modale spinto delle merci dalla gomma al ferro. Il sistema di trasporto deve passare dal modello dei combustibili fossili ad un sistema più efficace e l’unico è la ferrovia, che produce un sesto delle emissioni clima-alteranti e utilizza un quarto dell’energia dei tir. E ancora: un chilometro di ferrovia utilizza per essere costruito un terzo delle risorse delle strutture autostradali”.

Non è mancato neanche un riferimento polemico al movimento NoTav: “La maggior parte degli allarmi ambientali sollevati dai NoTav in merito ad amianto, uranio, radon e pm10, dal riscontro del cantiere della Maddalena, non hanno alcuna evidenza. Il quaderno riporta studi fatti da Arpa e Università di Torino, secondo cui non esiste alcuna evidenza in merito alle montagne piene di amianto e non esistono problemi di sorta”.

JACOPO TOMATIS