Pagella politica raddoppia. Per celebrare il Fact Checking Day di quest’anno, il sito online dedicato alla verifica delle dichiarazioni dei politici apre Facta, un nuovo spazio interamente dedicato al contrasto alle bufale e alla disinformazione. Una novità per sottolineare l’importanza di una giornata che quest’anno ha un significato particolare, come spiega Giovanni Zagni, direttore di Pagella Politica.
Oggi abbiamo lanciato @FactaNews, un progetto di @PagellaPolitica interamente dedicato alle bufale e alla disinformazione. Ci sembra, come dire, che ci sia materiale in giro… https://t.co/rT9QP3wjha pic.twitter.com/CVJI9R1xRO
— Giovanni Zagni (@giovannizagni) April 2, 2020
Perché questo Fact Checking Day è diverso dai precedenti?
Questa ricorrenza nata da poco era molto sentita solo all’interno della Comunità internazionale dei fact checkers che ogni anno organizza iniziative per celebrarla. Oggi mi sembra che per la prima volta arrivi in un momento in cui davvero il problema dell’informazione non verificata è diventato innegabile e sotto gli occhi di tutti. Chiunque sia su un gruppo WhatsApp o su un social network può constatare come sul tema della pandemia circolino tonnellate di bufale. Anche per questo lanciamo un nuovo progetto contro la disinformazione che si affianca al nostro impegno quotidiano nella verifica delle dichiarazioni dei politici.
Riuscire a raggiungere i consumatori di disinformazione con i vostri contenuti è la sfida più importante che affrontate?
Contrastare chi produce cattive notizie non è semplice. Il nostro desiderio è offrire a tutti i dubbiosi un punto di riferimento dove poter verificare che quella notizia che hanno visto sulle chat o sui social non è vera. Il fact checking politico, invece, ha un valore soprattutto quando chi è responsabile di costruire il discorso pubblico la spara grossa. Cerchiamo di creare un luogo in cui questo viene esposto in modo tendenzialmente imparziale.
Per raggiungere lo scopo quanto conta come viene presentato un lavoro di fact checking?
È importante, per un risvolto positivo e uno più sfidante. L’aspetto positivo è che la chiarezza espositiva e la presentazione delle fonti consentono di essere il più possibile vicino al lettore e di dargli la possibilità di verificare anche da solo. D’altra parte ci sono però anche dei crucci. Il fact checking politico soprattutto fatica a raggiungere un pubblico ampio. È difficile convincere un lettore ad arrivare fino in fondo a una lunga dissertazione su un tema tecnico. Su questo argomento stiamo facendo una riflessione. Abbiamo vinto da poco un bando promosso da Facebook e dall’International Fact Checking Network per trovare nuove modalità di engagement del pubblico. Speriamo di capire bene che cosa funziona e che cosa no.
Quale bufala vi ha messo più alla prova nell’ultimo periodo?
C’è l’imbarazzo della scelta. Una che mi ha colpito personalmente è stata la finta copia della Gazzetta Ufficiale dove si riportava che ci sarebbe stata una riduzione dello stipendio per “le alte cariche dello Stato”. Era un pdf molto ben fatto graficamente e le informazioni false spacciate per ufficiali sono il genere di bufala più subdolo di tutti.
Dal lato delle dichiarazioni politiche è stato invece tecnicamente complicato verificarne una che affermava che l’Italia poteva spendere 25 miliardi di euro per far fronte all’emergenza economica causata dalla pandemia di coronavirus, mentre la Germania poteva spenderne 550. Spiegare con chiarezza perché fosse un confronto sbagliato in un articolo non è stato facile.