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Ottavo anno in negativo per le imprese torinesi. Ilotte: “Non c’è più ottimismo nei giovani”

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Un quadro nettamente negativo, con pochissime luci: la situazione dell’impresa torinese desta preoccupazione nella Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino, che stamattina, 25 febbraio, a Palazzo Birago ha presentato la tradizionale indagine sulla natimortalità imprenditoriale nella provincia sulla base dei dati delle nuove iscrizioni e delle cancellazioni di impresa avvenute nel 2018.

Per l’ottavo anno consecutivo il tessuto imprenditoriale registra un calo. Il tasso di crescita è negativo (-0,31%), ed è simile a quello del 2014, che era stato il peggiore del decennio. Si sono ridotte le iscrizioni e sono aumentate le cessazioni: queste ultime superano le prime. Il numero totale delle imprese si è abbassato a 220.902, in calo di 1.557 unità rispetto al 2017.

Viene registrata una crescita lieve nei settori dei servizi alla persona (+0,9%), del turismo (+0,6%) e dei servizi alle imprese (+0,1%); calano commercio (-1%), agricoltura (-1,5%), industria (-1,9%) e costruzioni (-2,1%). In aumento le imprese straniere (+3,22%), mentre si fermano quelle femminili (-0,26%). Il tessuto imprenditoriale resta frammentato: per il 53,2% si tratta di ditte individuali, di cui a cinque anni sopravvive poco più della metà.

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“La prima riflessione è che avendo meno imprese sul territorio, questo è meno presidiato dal punto di vista della legalità. Pensiamo ai casi positivi dei Murazzi o di San Salvario da quando si è puntato sul commercio – ha commentato il presidente della Camera di Commercio Vincenzo Ilotte – Un altro aspetto che ci preoccupa molto è il fatto che ci siano sempre meno giovani che hanno voglia di fare impresa: è un segno di mancanza di ottimismo verso il futuro”.

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La Camera di Commercio punta sull’aiuto alle imprese, soprattutto per affrontare al meglio la sfida del digitale, e sul tema dell’imprenditoria a impatto sociale: “Si tratta di imprese a tutti gli effetti che dovrebbero diventare sempre più attrattive per i giovani”, ha spiegato Ilotte. Pochi giorni fa la Camera di Commercio ha siglato una convenzione con la Compagnia di San Paolo, con l’obiettivo di far diventare Torino la capitale italiana degli investimenti a impatto sociale.

In un quadro complessivamente negativo, il presidente ha anche indicato alcuni aspetti meno drammatici che si possono evincere dai dati relativi all’ultimo decennio. Se da un lato dal 2009 le sedi d’impresa sono calate del 6,8%, e sono cresciute in modo poco rilevante – dell’1% – le unità locali con sede in provincia, d’altro canto sono invece aumentate del 20,9%, passando da 10.716 a 13.246, le aziende con sede fuori provincia; un aspetto che è stato letto come favorevole dal punto di vista dell’attrattività del territorio e delle potenzialità occupazionali. Un altro fattore interpretato in chiave positiva da Ilotte è l’aumento delle società di capitali (+20,2%) a fronte della diminuzione delle società di persone (-22,1%).

ADRIANA RICCOMAGNO

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