Sono dietro casa. Sopra il bar di fiducia. Di fronte alla fermata del bus che si prende ogni mattina. Luoghi che non si conoscono, spesso opera di architetti di fama, inaccessibili perché chiusi o abitazioni private, ma che in occasione di Open House il 9 e 10 giugno hanno aperto le porte ai visitatori. La seconda edizione si conferma un evento capace di attirare migliaia di persone. Rispetto allo scorso anno i numeri sono quasi invariati: i turisti non sono aumentati ma hanno visto più posti.
L’idea, nata nel 1992 a Londra, è arrivata lo scorso anno nel capoluogo piemontese grazie a Luca Ballarini, presidente dell’associazione di Open House Torino. Grazie a lui oltre 140 luoghi privati in giro per la città offrono scorci insoliti e fanno sognare sulla prossima casa. Sono tante infatti le coppie che aggirandosi per i loft e le ville mormorano: “Qui potremmo mettere il salotto, lì la camera da letto”, prima di scoppiare a ridere. Progetti irrealizzabili, in molti casi, ma l’occasione di conoscere meglio il posto in cui si vive è davvero unica.
La fotogallery di alcuni degli edifici aperti