OGR Covid Hospital, “modello per il territorio” che rimarrà aperto almeno fino a dicembre

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Venerdì 12 giugno la giunta regionale piemontese ha approvato il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in emergenza Covid – 19. Il testo è stato presentato dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi e comprende i risultati del gruppo di lavoro guidato dal dottor Giovanni Monchiero. Oltre agli aumenti dei posti in terapia intensiva e all’incremento del personale medico il piano prevede il mantenimento del Covid Hospital delle OGR almeno fino a dicembre 2020.

L’area sanitaria alle Officine Grandi Riparazioni era stata costruita in dodici giorni. I primi ricoveri nell’ospedale da campo erano iniziati domenica 19 aprile. La scorsa settimana dalle corsie allestite in tempi record nel polo culturale è stato dimesso il centesimo paziente guarito. “In queste settimane abbiamo accolto i pazienti cronici e i casi di lieve – media entità, rispondendo così alle richieste che ci arrivavano dai pronto soccorso e dagli ospedali”. Sergio Livigni è il direttore clinico della struttura. Secondo il medico l’esperienza alle OGR è “positiva”: “un modello unico nato durante l’emergenza e che ha permesso di favorire l’integrazione con il territorio”. “Alcuni pazienti li seguiamo anche a domicilio dopo che sono stati dimessi. Quando talvolta i medici di base non riescono a seguirli direttamente”, aggiunge il medico. 

Il Covid Hospital è costituito da dodici stanze con 92 posti letto: 4 di terapia intensiva, 32 di terapia subintensiva e 56 di degenza. “Al momento ospitiamo una quarantina di persone e ogni giorno arrivano due o tre nuovi casi positivi. Li prendiamo soprattutto per permettere ad alcuni ospedali di tornare “Covid Free” e riprendere le attività di sempre. Ad aprile arrivavano invece 10 pazienti al giorno e i ricoverati si aggiravano tra i 65 e i 70”, spiega Livigni. 

Sono 100 gli operatori sanitari coinvolti nella struttura. “É un gruppo multidisciplinare e giovane”. Tra di loro ci sono anche i 38 medici della Brigada cubana Henry Reeve, specializzata in interventi di emergenza. “Sono 20 medici – tra cui 2 epidemiologici – e 18 infermieri. Lavorano molto in comunità”, racconta il direttore clinico.

I contagi stanno calando da settimane e la situazione del Coronavirus in Piemonte appare in netto miglioramento rispetto a quando venne inaugurata la struttura. Proprio domenica 14 giugno la Regione ha chiuso l’unità di crisi che era stata allestita a fine febbraio per fronteggiare la pandemia. 

Secondo Livigni è difficile prevedere la situazione del virus. “Gli epidemiologi temono in qualche modo una possibile nuova ondata in autunno”. Per il medico finché ci saranno domande e richieste dal territorio il Covid Hospital delle OGR risulterà necessario. “Bisogna avere una struttura che, nel caso di nuovi focolai, possa permettere agli ospedali di lavorare con pochi casi di Coronavirus per evitare il blocco degli interventi chirurgici e delle operazioni mediche”. 

RICCARDO PIERONI