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Violenza della polizia, studenti occupano il liceo Gioberti: “Chiediamo un tavolo con la Regione”

Questa mattina gli studenti del liceo classico e linguistico Vincenzo Gioberti, in via Sant’Ottavio, hanno occupato parzialmente l’istituto, dopo aver aperto un dialogo con la dirigente scolastica. La protesta ha come primo obiettivo le cariche della polizia, che negli ultimi giorni ha duramente represso le manifestazioni per la morte di Lorenzo Parelli, il diciottenne deceduto durante l’ultimo giorno di stage.

L’occupazione parziale, limitata al solo piano terra della struttura, dovrebbe durare fino a venerdì. Dopo un’assemblea plenaria studentesca, tenutasi questa mattina nel cortile interno alla scuola, i ragazzi hanno preso la decisione quasi all’unanimità. “Quello che è emerso è la volontà degli studenti di fare qualcosa di concreto, riprenderci i nostri spazi, ma senza andare contro i docenti o la preside. – racconta Giuliano Bosio, uno dei rappresentanti – Il nostro intento è portare solidarietà alle centinaia di scuole occupate per l’Italia e aggiungere il nostro contributo.” Per chi non vuole aderire all’occupazione, le lezioni continueranno regolarmente. Per tutti gli altri, sono previsti dei laboratori organizzati direttamente dagli studenti.

In gruppi, si discuterà di vari temi, relativi alla didattica, all’alternanza scuola-lavoro, alle proteste in piazza. Elettra Cazzola, alunna e rappresentante: “Faremo laboratori sull’abuso di potere, sulla disobbedienza civile. Il nostro obiettivo è far capire, anche ai più piccoli, che questo non è un modello di scuola accettabile. C’è precarietà, repressione, il rientro non è stato in sicurezza. Vogliamo riprenderci i nostri spazi e risvegliare il protagonismo studentesco. Non vogliamo uno Stato che ci dica che sia giusto scendere in piazza per solidarietà verso un compagno morto e che lo stesso Stato ci risponda con violenza.” A tutti è stata data la possibilità di non aderire, ma il 90% degli studenti della sede ha deciso di partecipare all’occupazione, seguiti da una minoranza degli alunni della succursale, che al momento non è occupata.

Il prossimo obiettivo è quello di chiedere un tavolo con la Regione. Quello che gli studenti tengono a precisare è che il messaggio politico va pensato in una dimensione nazionale, non di istituto. “Qui il dialogo con docenti e preside è attivo, è stato istituito uno sportello psicologico e distribuite gratuitamente mascherine agli studenti. Ma l’obiettivo è essere solidali con tutti gli altri.” conclude Giuliano. Da qui l’appello ai rappresentanti degli istituti delle altre città, nella speranza che si uniscano alla manifestazione.

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