È stata la prima della giornata a sfrecciare sulla pista Olimpica 23 di Melezet a Bardonecchia: Martina Vozza, il primo oro italiano in queste Universiadi invernali. Con il tempo di 1 minuto, 11 secondi e 83 decimi, l’atleta della categoria Visually Impaired, è scesa insieme alla sua guida Ylenia Sabidussi nel Super-G. Insieme avevano già collezionato due argenti ai Campionati mondiali paralimpici di Espot 2023 e un bronzo a Lillehammer 2021.
Oggi gareggiavate da sole, come giudicate la vostra prestazione?
“Sì, oggi bastava arrivare fino in fondo. Tra un mesetto avremo una gara di Coppa del mondo, quindi per me era importante provare la pista e riuscire a fidarmi subito anche in funzione di quello”.
Il legame che avete può diventare simbolo di sorellanza e collaborazione?
Ylenia: “Direi di sì. Per noi è fondamentale perché dobbiamo scendere andando veloci e una delle due ci vede poco. Però è bello condividere qualcosa del genere, anche nella vita di tutti i giorni. Comunque, è sempre bello avere qualcuno vicino con cui poter parlare e confidarsi”.
È la prima volta che le discipline paralimpiche sono presenti alle Universiadi. Cosa ne pensi? Avresti mai pensato di partecipare?
“No, non avevo mai pensato negli anni scorsi di parteciparci. Sono molto contenta che finalmente sia stata aperto anche al mondo paralimpico perché ci serve visibilità e occasioni del genere per dimostrare al mondo come sciamo e cosa sappiamo fare anche noi”.
Questo potrà aprire degli scenari futuri in cui Olimpiadi e Paralimpiadi saranno insieme?
Ylenia: “Speriamo di sì, sarebbe complicato e difficile per una questione di numeri. Le Paralimpiadi portano tanti atleti, non quanto le Olimpiadi, ma comunque siamo lì”.
Martina: “Sarebbe però bello che le Paralimpiadi fossero seguite come le Olimpiadi”.
Come si fa a coniugare lo sport con lo studio?
“Ho sempre pensato che studio e sport si possano fare insieme, basta sapersi organizzare. Io credo che lo sport aiuti ad organizzarsi nella vita scolastica”.
C’è una figura sportiva a cui vi ispirate?
Ylenia: “Beh io facilissimo, Marcel Hirscher, anche se non è più in attività purtroppo. Mi piaceva tanto il suo atteggiamento, quello che ci mette ogni volta in gara e in allenamento, andava sempre alla ricerca della perfezione dando sempre tutto ciò che aveva. È quello che dovremmo fare tutti.
Martina: “Io Lucas Braathen, per come riesce ad essere sempre sé stesso, anche quando affronta le gare”.
Qual è stato l’ostacolo che hai dovuto superare nella tua giovane carriera?
“In generale ti posso parlare del mio carattere. Voglio avere tutto sotto controllo. Nello sport bisogna sempre cercare il proprio limite andando oltre quello che si può avere sotto controllo”.
Quali sono i vostri progetti futuri?
“Speriamo di fare i mondiali a febbraio. Diciamo che tutta questa stagione è in funzione della prossima, delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina”.