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Nuovo ospedale nel parco della Pellerina: il progetto avanza, ma non si fermano le polemiche

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“Entro il 2031 la città avrà un nuovo ospedale, Tav e Metro 2”. A dirlo è il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, a margine della conferenza stampa organizzata per la conclusione della Conferenza dei Servizi che ha dato il via libera al nuovo ospedale di Torino nord.

La struttura sorgerà su un’area di 60 mila metri quadrati nella zona cosiddetta “dei giostrai”, nel parco della Pellerina. I lavori, che dovrebbero iniziare nel 2026 con un costo stimato di circa 347 milioni di euro che verrà preso in carico dall’Inail, prevedono la costruzione di sei torri pensate per la degenza imperniate su una struttura centrale che ospiterà le sale operatorie e diagnostiche. In totale la struttura disporrà di 503 posti letto, circa 150 in più rispetto a quelli disponibili nei due ospedali che dovrebbe sostituire, ovvero il Maria Vittoria e l’Amedeo Di Savoia. Ospedali che, come sottolinea il direttore generale dell’Asl Città di Torino Carlo Picco, “non verranno abbandonati” ma continueranno ad essere utilizzati come presidi sanitari ridotti.

“Tutte le aree operative saranno a un’altezza sei metri superiore rispetto al livello raggiunto dalla Dora durante l’inondazione del 2000, la più imponente finora – spiegano Luca Serri e Andrea Zunino, rispettivamente ingegnere e architetto responsabili della presentazione del progetto – Il terreno designato non presenta rischio idrogeologico né essenze arboree minacciate”. Anzi: i progettisti prevedono di piantare circa 150 nuovi alberi per “ricucire il tessuto urbano tra città e parco, facendo penetrare il parco nell’ospedale”.

Precisazioni non casuali: dal 2023, quando il terreno della Pellerina venne designato come sito del nuovo ospedale, sono molteplici le realtà che hanno mosso critiche a questa scelta (qui la storia dall’inizio). Prima dell’inizio della conferenza stampa esponenti del comitato Salviamo la Pellerina e dell’Assemblea Pellerina, No ospedale nel parco, hanno distribuito volantini spiegando le ragioni delle loro critiche. Secondo i comitati, la zona presenta importanti problematiche acustiche, idrogeologiche e infrastrutturali, oltre che essere in controtendenza rispetto alle disposizioni europee e comunali in merito al consumo di suolo. “Le istituzioni vanno avanti ignorando le evidenze – accusa Roberta Contratto del comitato Salviamo la Pellerina – a questo punto mi chiedo perché l’istituto del referendum sia presente nello statuto di Torino, visto che tutte le nostre richieste in merito sono state ignorate”.

Critiche a cui ha risposto, indirettamente, il sindaco Lo Russo, ribadendo che “tutti i documenti e le opinioni presentate sono state analizzate”, aggiungendo che “l’area scelta è risultata la migliore sotto ogni punto di vista”. Parole a cui fanno eco quelle del presidente del Piemonte Alberto Cirio, secondo cui “si è voluto dare voce a tutti, ma alla fine bisogna decidere e l’area designata presenta vantaggi economici, logistici e burocratici superiori a tutte le altre prese in esame”.

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