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Non solo clima: Fridays For Future Torino in piazza contro la guerra

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I ragazzi del Fridays For Future prendono posizione contro la guerra. Piazza Castello, luogo simbolo delle loro battaglie contro i cambiamenti climatici, diventa ancora una volta il megafono delle giovani voci  “green” di Torino. Questa volta, però, il movimento scende in piazza anche (e soprattutto) contro il conflitto che in questi giorni si è guadagnato le prime pagine dei quotidiani, quello in Medio Oriente.

 

“Perché un movimento per la giustizia climatica organizza un presidio contro la guerra?”: è la prima domanda che appare nella descrizione dell’evento organizzato via Facebook. E i giovani attivisti lo spiegano in cinque punti, accostando la giustizia climatica alla giustizia sociale: “Le grandi potenze economiche e militari del mondo si impegnano in guerre atroci e distruttive, indifferenti alla catastrofe in cui già ci troviamo”. Sottolineano come gli attori delle guerre abbiano interessi economici altissimi, investendo senza sosta sul fossile e producendo armi. “Gli eserciti sono tra i principali attori dell’inquinamento globale” e portano l’esempio dei militari statunitensi, che da soli inquinano quanto 14o paesi.

Lo spiega Edoardo Di Stefano, attivista del Fridays For Future Torino: “La guerra è anche una questione ambientale, ha un impatto devastante sul clima e sulle persone”.

Questo 54esimo venerdì in piazza, però, ha qualcosa in più: su un tavolino pieghevole, infatti, i ragazzi del Fridays hanno appoggiato una serie di fogli per una raccolta firme: si tratta di una petizione per una legge di iniziativa popolare da proporre alla Commissione europea. Con una serie di punti, i ragazzi chiedono ancora una volta qualcosa di concreto. Ancora Edoardo Di Stefano: “Chiediamo alla Commissione europea di azzerare le emissioni entro il 2035”.

 

Le firme si possono raccogliere anche online, sul sito del movimento. L’iniziativa è europea e conta già più di 50mila firme su cartaceo e oltre 35mila online. Obiettivo? Raggiungere un milione di sottoscrizioni entro il 2 settembre. Gli attivisti di Torino sono in contatto non solo con i manifestanti degli altri Fridays diffusi in tutta l’Italia, ma anche con i rappresentanti dei movimenti di tutta Europa: “Perché per noi è vitale essere sempre coesi e far capire che la crisi climatica non ha confini”.

CHIARA MANETTI