Nicoletta Dosio non vuole smettere di lottare. “Se entrerò in carcere, là troverò altre persone con cui continuare la lotta. Il carcere è diventato più che mai un luogo di controllo politico e sociale e troverò compagne e compagni di lotta, di vita e di speranza”. Così ha detto l’attivista No Tav alla conferenza stampa organizzata dal movimento contrario all’alta velocità questa mattina, 11 novembre, davanti al Tribunale di Torino.
Oggi infatti scade il termine per fare richiesta di misure alternative alla carcerazione per i dodici condannati in via definitiva per violenza privata e interruzione di pubblico servizio in seguito ai fatti del 3 marzo 2012.
Quel giorno Nicoletta Dosio, insieme ad altri No Tav, aveva improvvisato una manifestazione sulla Torino-Bardonecchia, aprendo i caselli e provocando 770 euro di danno alla società autostradale. E poche settimane fa è stata condannata ad un anno di reclusione, che ha deciso di scontare in carcere.
“Chiedere misure alternative significherebbe ammettere la mia colpa – ha continuato l’attivista settantatreenne – ma non sono pentita di quello che ho fatto. Noi combattiamo per la nostra nuda esistenza e per la socialità che questa lotta ha fatto rinascere in Valle. Il carcere è per definizione un luogo di pena e non di riscatto. Qualche timore per le pene lo abbiamo tutti, però più forte è la rabbia e l’indignazione contro questa giustizia”.
Presenti anche gli avvocati Valentina Colletta ed Emanuele D’Amico. “È stata una sentenza decisamente pesante – hanno detto -. Solitamente in questi casi la pena ammonta a 15 giorni, ma per tutti gli imputati sono stati chiesti dai due ai tre anni, senza sospensione condizionale. Non c’è neanche stata violenza o minaccia privata, come sostiene l’accusa. Questo mostra quale sia il trattamento dedicato ai No Tav”.
Il movimento contrario alla Torino-Lione fa anche sapere che non fermerà la lotta. “L’otto dicembre scorso abbiamo riempito Torino dopo le manifestazioni Si Tav, di cui però oggi non esiste più nulla, mentre noi continuiamo la lotta. Oggi per noi è importante stare vicino ai No Tav colpiti dalle sentenze”, ha dichiarato Emanuele Rizzo, esponente NoTav e leader Askatasuna.