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Nel cantiere di Palazzo Madama, per vivere il restauro

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Dal 22 aprile i cittadini e i turisti potranno visitare gratuitamente il cantiere di restauro della facciata di Palazzo Madama, osservando in prima persona l’andamento dei lavori, iniziati a marzo 2022. “Fin da subito abbiamo pensato di rendere godibile il cantiere, così che potesse essere un momento di condivisione per la città”, racconta Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Crt (Cassa di risparmio di Torino), che ha stanziato per l’operazione più di due milioni di euro. Quindi, fino a ottobre 2023, ogni terzo sabato del mese, grazie a un ascensore le persone potranno salire sui ponteggi arrivando a 28 metri di altezza, in corrispondenza del terrazzo che si trova sopra alla facciata. La visita durerà un’ora e sarà accompagnata da un racconto del professor Giovanni Carlo Federico Villa sulla storia millenaria dell’edificio.

“L’apertura al pubblico del cantiere permetterà ai torinesi di scoprire nuovi punti di vista e di avere uno sguardo diverso sulla città”, osserva il presidente della Fondazione Torino Musei Massimo Broccio. Il valore dell’iniziativa è riconosciuto anche da Michela Favaro, vicesindaca di Torino: “È un elemento di partecipazione attiva per i cittadini e i turisti, che consente loro di percepire questo luogo come proprio, così come accade quando si decide di ristrutturare la propria casa”. 

Inoltre, l’esperienza è volutamente inclusiva. Le visite, infatti, sono state pensate dalla Fondazione Crt in collaborazione con la Consulta per le persone in difficoltà per essere fruibili anche dalle persone con disabilità. “Questo è l’unico cantiere verticale in Italia a essere accessibile alle persone con disabilità”, ricorda Giovanni Ferrero, direttore della Consulta. “Oggi è ancora difficile entrare in un negozio, ma si può salire fino in cima a Palazzo madama. È un segnale che si può costruire una società per tutti”, dice Ferrero.

Oggi i lavori hanno raggiunto il 50% di avanzamento. Sono stati completati il ciclo di pulizia dell’intera facciata, lo smontaggio e il rimontaggio di oltre un centinaio di scaglie e frammenti lapidei in stabilità precaria. Inoltre, sono in corso le operazioni di stuccatura. “Al momento stiamo lavorando su una superficie di 800 metri quadrati”, precisa l’architetto Gianfranco Gritella, a cui è stato affidato il progetto. “Abbiamo cercato di fare un opera di sudditanza nel rispetto di ogni minima traccia che riguarda la costruzione, unendo tecnologia di ultima generazione e manualità”. In linea con tale idea, una squadra di restauratori e tecnici specializzati si sta occupando del restauro e dell’integrazione dei tasselli di marmo sulle diverse parti della facciata. L’operazione riguarda circa 180 pezzi di differente forma e dimensione, ricavati da blocchi di marmo provenienti dalle antiche cave di Chianocco in Valle di Susa.

I lavori, però, non termineranno in tempo per la festa di San Giovanni 2023, come preventivato inizialmente, ma per la primavera dell’anno prossimo. Come spiega Gritella, innanzitutto, il ritardo è causato dalla necessità di intervenire anche su alcune strutture interne allo scalone che hanno rivelato problematiche strutturali. Inoltre, non è ancora certa quale sarà la collocazione delle statue allegoriche della Giustizia, della Liberalità, della Magnanimità e dell’Abbondanza, realizzate dallo scultore carrarese Giovanni Baratta su incarico di Filippo Juvarra. Per ragioni di conservazione, infatti, potrebbero non essere riposte nel loro luogo di origine, ma in un museo. Per la decisione finale, fondamentale sarà il risultato dell’indagine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Infine, si attende l’avvio del secondo lotto dei lavori per il restauro delle ali laterali del palazzo, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. “Cerchiamo di fare collimare i due cantieri con uno scarto minimo. La partenza dell’appalto del secondo lotto non ha ancora una data”, dice Gritella.