La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

È nata Capovolte, la casa editrice ribelle e dinamica come la sua fondatrice

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Due libri, tutti al femminile in distribuzione, una pagina facebook  e un sito web già in attività.

Si chiama Capovolte, ed è la casa editrice fondata da Ilaria Leccardi, giornalista con un passato da ginnasta ed ex allieva del Master in giornalismo Giorgio Bocca di Torino. Sposata e con due figli, Ilaria vive nel verde di Alessandria. Ha scritto un libro su Igor Cassina e diretto una rivista di sport femminile.

Ilaria parla dei suoi sogni, dell’idea a monte di questa nuova nascita: “Capovolte è una piccola realtà, con sede ad Alessandria, che ho personalmente fondato, con l’obiettivo di raccontare storie di donne, da una prospettiva politica e da una prospettiva sportivo-sociale. Siamo piccoli, ma puntiamo a fare strada”.

Chi è Ilaria Leccardi?

Nata come giornalista, fin da bambina il mio obiettivo è stato scrivere.  Così ho seguito l’iter “standard” di chi ha questa ambizione: studio, stage, redazioni, fino ad lavorare per LaPresse occupandomi degli esteri, da sempre il mio sogno. Nel frattempo portavo avanti il percorso di scrittura a livello sportivo: un’esperienza che mi ha forgiato.  Nel 2009 ho scritto il libro Polvere di magnesio. Storie di ginnasti e ginnastica, edito da Bradipolibri. Successivamente il matrimonio e due figli. Col tempo, poi, l’idea di creare qualcosa di mio, ed eccomi qui. 

Come mai ha deciso di chiamare Capovolte la sua casa editrice?

Capovolte riassume il concetto e il nome delle mie due anime: io vengo dal mondo sportivo, ero una ginnasta anche se non così talentuosa. Volevo qualcosa in grado di rievocare immagini di quella realtà. E poi è una parola che può essere sia aggettivo sia nome: ed è pure plurale e femminile. Un concetto dinamico e multimessaggero.

Qual è la prima meta?

La casa editrice nasce con un progetto piccolo ma mirato e curato. Pochi libri con due collane, che racchiudano le mie due anime. Una “dinamica” sullo sport al femminile, e l’altra “ribelle” dal taglio più politico, impegnato nel sociale, e in grado di raccontare storie di donne con valenza universale.

Come pensa di competere con le grandi case editrici?

La mia è una sfida a basso costo e a basso rischio. Non cerco un progetto che mi colmi la vita, semplicemente ho voluto aprire un varco per dare voce a storie che non la trovano altrove.

Da qui la scelta battezzare Capovolte con il libro Marielle, presente! di Agnese Gazzera?

Esatto! Un libro che inaugura la sezione “ribelle” della mia casa editrice. E che tratta la storia dell’attivista brasiliana per i diritti umani Marielle Franco, uccisa a Rio de Janeiro il 14 marzo 2018. Posso dirti che mi rende felice sapere che questo è, ad oggi, il primo libro al mondo in sua memoria.

Che cosa ci può dire di questo nuovo libro?

Quella di Marielle è una storia che mi ha colpito molto, il suo nome continua a trovare eco in tante piazze italiane: da sempre sono attenta ai movimenti femministi ma soprattutto alla lotta per i diritti per le donne. A questo si aggiunge la mia passione per l’America Latina. L’autrice dell’opera, Agnese Gazzera, è stata una mia compagna di master e collega alla redazione esteri de LaPresse. Appassionata di Brasile, e della figura di Marielle, è partita per un’inchiesta sul campo. Questa la genesi del libro, molto significativo. La prefazione è della compagna di Marielle, che ha ben accolto questo progetto.

E poi inaugura Capovolte anche con Salto avanti. La ginnastica, l’Africa, la mia vita di Arianna Rocca

Ho voluto così far conoscere anche l’altra sezione della casa editrice, quella “dinamica”: la mia confort zone. Arianna è una famosa atleta di Novi Ligure: lo scorso anno ha deciso di lasciare l’attività agonistica per impegnarsi in un progetto di volontariato in Tanzania, per portare una proposta sportiva in un orfanotrofio femminile. 

É difficile fondare una casa editrice?

Non ho incontrato particolari difficoltà né qualcuno interessato a mettermi i bastoni fra le ruote. La “salita” sarà quella di arrivare nelle librerie. Inoltre un nostro problema, a livello nazionale, è che ci sono più scrittori che lettori. Dunque la promozione dei propri prodotti diventa fondamentale e determinante. Quando si ha a che fare con un libro, il difficile non è scriverlo ma venderlo. Poi devi anche pensare che con la grande industria e le grandi tirature non puoi competere, ma anche la gestione amministrativa e dei contratti con gli autori richiede tempo e impegno. Io però ho deciso di partire con il mio sogno, fatto di progetti piccoli, singoli e sentiti.

RICCARDO LIGUORI