Il patrimonio culturale piemontese in unico contenitore online. Si chiama Mèmora ed è la nuova piattaforma digitale ideata dalle Regione Piemonte per catalogare e valorizzare ogni materiale custodito negli archivi, nelle biblioteche, nei musei del territorio. Illustrato oggi martedì 17 aprile nella sede del Consorzio per il Sistema Informativo Piemonte, il nuovo strumento open source contiene 70.000 oggetti digitali, 500.000 schede descrittive di beni artistici e 500 inventari di archivi storici. E i numeri sono destinati a crescere. Al momento, però, la piattaforma è accessibile solo a studiosi, ricercatori e addetti ai lavori: “Si tratta di un primo passo – spiega Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte – il prossimo obiettivo è aprirlo al pubblico e ai cittadini, rendendolo uno strumento utile alla divulgazione e alla promozione del territorio”.
Ecosistema, interoperabilità, integrazione e condivisione. Sono i termini più utilizzati durante la presentazione di Mèmora, che gestirà attraverso un’unica interfaccia web prodotti culturali estremamente diversi tra loro: “La piattaforma mette in campo flessibilità, un’agevole gestione degli oggetti digitali e un’interazione con mondi finora separati – commenta Roberta Basano, responsabile della fototeca del Museo del Cinema – in più ha la capacità di mantenere l’integrità e la complessità del bene fotografico. Quello che ci voleva, per un museo come il nostro”.
Dal punto di vista tecnico, Mèmora si basa sul software Collective Access, utilizzato da musei e archivi di tutto il mondo, ed è stata testata da 27 professionisti dei principali istituti culturali piemontesi per raccogliere suggerimenti e apportare miglioramenti. La Compagnia di San Paolo ha stanziato 350.000 euro per il progetto, rendendo il Piemonte la prima regione a dotarsi di un simile strumento. “In un’intervista a Renzo Piano nel quarantennale del Boburg di Parigi mi è rimasta impressa la frase ‘volevo togliere la polvere ai musei’, che calza benissimo anche per Mèmora – racconta il presidente del comitato tecnico scientifico del Csi Piemonte Giulio Lughi – la piattaforma è in grado di scatenare le energie presenti in un archivio”.