Uniti nella lotta, divisi in battaglia.
Molti riders di Torino, i fattorini che consegnano il cibo a domicilio facenti capo alla piattaforma Facebook Deliverance Project ieri hanno scioperato e si sono adunati in piazza Castello per rivendicare i propri diritti.
Nelle altre città d’Italia i riders del food delivery iscritti ai vari sindacati e collettivi a livello nazionale si sono uniti virtualmente per diffondere un video al grido di battaglia #RiderXiDiritti #NonSiamoEroi #RiderBeneChiRiderUltimo. Lanciando così la campagna nazionale “Diritti per i rider”.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=CVJ8ZoCOWhA]
Mentre a Torino i fattorini fermavano le biciclette e cantavano “vittoria a tavolino” per l’assenza dei principali sindacati Cgil, Cisl, Uil, nelle altre città i colleghi hanno lavorato lamentando scarsi guadagni. Ionel a Milano ha pedalato come sempre: “Qui nessuno ha scioperato, erano tutti in giro, la realtà è crudele perché l’80% dei locali sono chiusi e non c’è lavoro. Mi sono connesso ma non ho fatto consegne. La situazione è strana, direi che la città è spettrale. Uscire il Primo Maggio che è il giorno dei lavoratori, cercando lavoro, mi faceva sentire in una dimensione irreale!”.
Le rivendicazioni
La Uil TuCS ha diffuso un comunicato annunciando di aderire alla campagna nazionale “Diritti per i rider”: “Da Milano a Bologna, passando per Firenze, Roma, Napoli e Palermo, i rider si coalizzano per dare vita all’unione delle esperienze sindacali attive su tutti i territori della penisola come “Rider x i diritti””. E ancora: “Siamo tra i pochi rimasti in strada, pagati a cottimo, ricattati dai sistemi di punteggio delle app e arruolati con contratti di collaborazione occasionale o di falso lavoro autonomo, senza applicazione di un contratto collettivo nazionale, nonostante una legge approvata a novembre 2019 e la Corte di Cassazione abbiano riconosciuto l’applicazione della disciplina della subordinazione”.
Sulla pagina Deliverance Project è stato pubblicato un elenco di rivendicazioni. I riders di Torino chiedono: un minimo orario garantito, sganciato dalla produttività; tariffa minima per ordine non inferiore a 5 euro; cancellazione del ranking e di ogni parametro di valutatività; monte ore garantito; dispositivi di protezione per tutti a carico dell’azienda; manutenzione del mezzo a carico dell’azienda; accesso a disoccupazione, malattia e tutte le generali tutele del lavoro subordinato; possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno; cancellazione del tetto dei 5000 euro.
Deliverance Project annuncia che lo sciopero di ieri ha funzionato pubblicando “i dispatcher di Glovo impossibilitati a riassegnare gli ordini per mancanza di rider e la chat di assistenza di Deliveroo letteralmente al collasso per il numero troppo alto di richieste”. E conclude con una nuova consapevolezza: “Insieme possiamo fargli male!”.