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Nasce il Comitato Parenti delle Vittime delle Rsa

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Capire cosa è successo in questi due mesi e mezzo nelle rsa e quali sono state le situazioni che si sono verificate. 

Oggi 5 maggio con la fondazione del Comitato Parenti delle Vittime delle Rsa,  Promozione Sociale Onlus intende lanciare un appello ai parenti dei pazienti non autosufficienti deceduti per supposto Covid-19 nelle rsa e in altre strutture di assistenza. L’idea è quella di raccogliere una documentazione che serva da un lato a verificare quali sono le segnalazioni da inviare alla Procura e ai Nas e dall’altro a disporre di un corpus di situazioni concrete per chiedere alle istituzioni di tutelare pienamente i malati non autosufficienti.

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Molti l’hanno definita la strage silenziosa degli anziani. Un dramma nel dramma consumato in molte residenze assistenziali sanitarie, che dovrebbero essere deputate alla cura quotidiana di degenti, non più giovani, portatori spesso di pluripatologie.

Con l’avvento della pandemia da Covid-19, però, potrebbe essere venuta a mancare la capacità di proteggere un’intera generazione di persone fragili. Le cronache delle ultime settimane hanno insinuato nell’opinione pubblica questo dubbio. In queste strutture, mentre anche dipendenti e operatori sanitari si ammalavano, venivano parallemamente bloccate le visite dei parenti ai degenti. 

 

 

[aesop_chapter title=”Gli obiettivi” bgtype=”color” full=”on” video_autoplay=”play_scroll” bgcolor=”#ffed11″ revealfx=”fromleft” overlay_revealfx=”fromleft”]

Andrea Ciattaglia, portavoce di Promozione Sociale Onlus, sottolinea: “La Fondazione sta aiutando a raccogliere e presentare alle autorità competenti gli esposti dei parenti”.

Pronta a stare vicino a chi, in caso di illeciti, desidera sporgere denuncia, la Fondazione si è impegnata a fondare il Comitato. Un ente che vuole raggruppare tutte le segnalazioni di morti per Covid-19 che hanno come comune denominatore alcune situazioni di mancanze di interventi ma anche di illeciti. Il fine è fare pressione sulla Regione, sul Governo e quindi sul Parlamento affinché il sistema della presa in carico sanitaria e socio-sanitaria dei pazienti non autosufficienti possa evolvere e migliorare. 

“Questa pandemia ha dimostrato che queste strutture necessitano di elevatissime competenze e interventi sanitari indifferibili, cioè non rimandabili. Tuttavia la dotazione di organico di cui dispongono è molto bassa, se non addirittura inesistente, rispetto a queste esigenze. Da qui deriva la necessità di adeguare queste strutture per l’effettiva tipologia di pazienti che accoglie, ovviamente non scaricando il costo di tale adeguamento sui pazienti stessi. Si tratta, piuttosto, di una procedura che deve essere normata nel sistema”. 

La Fondazione, negli ultimi due mesi, ha rilevato che soprattutto laddove si sono verificate importanti prese in carico sanitarie a domicilio per soggetti non autosufficienti il contagio virale, e i conseguenti decessi, è stato più basso rispetto a quello registrato nelle rsa. “Proprio per questo, anche grazie al nuovo Comitato, intendiamo rilanciare la questione prioritaria delle cure domiciliari garantita dalle aziende sanitarie per i malati cronici non autosufficienti”.

 

 

[aesop_chapter title=”L’iter del Comitato” bgtype=”color” full=”on” video_autoplay=”play_scroll” bgcolor=”#d93743″ revealfx=”fromleft” overlay_revealfx=”fromleft”]

“Da una parte c’è quella più contingente. Quindi la di raccolta delle segnalazioni rispetto agli eventi che si sono verificati negli ultimi mesi nelle rsa. E poi un’operazione di trasparenza per cercare di capire cosa è successo in queste strutture, calcolando che da oltre 60 giorni i parenti dei degenti non vi hanno accesso, quindi non è stato possibile conoscere le reali situazioni qui vissute”.  

Il Comitato Parenti delle Vittime delle Rsa vuole dunque ricostruire cosa è successo e quali sono stati gli impatti dei vari provvedimenti della Regione, come quello di inviare i pazienti post Covid-19 proprio nelle residenze assistenziali sanitarie. “Questa pandemia può offrire un “insegnamento”, uno spunto per capire come devono essere tutelati, pienamente, i malati. Si tratta della parte più consistente del nostro proposito, che ci auguriamo abbia sviluppo per fornire suggerimenti alle istituzioni”.

[aesop_chapter title=”Il ruolo dei parenti” bgtype=”color” full=”on” video_autoplay=”play_scroll” bgcolor=”#fe8212″ revealfx=”fromleft” overlay_revealfx=”fromleft”]

La Fondazione è pronta a collaborare anche con altri enti interessati a sostenere il fine del Comitato, come conferma Ciattaglia. “Laddove rileveremo delle collaborazioni possibili saranno ovviamente percorse. Se ci dovesse essere una organizzazione che ha già raccolto più episodi di situazioni che meritano di essere segnalate alla Procura e ai Nas rispetto alle degenze nelle rsa o anche in altre strutture, apriremo volentieri a questo sodalizio”.

Ma saranno i parenti delle vittime, protagonisti del Comitato, a rivestire il ruolo può importante. “Loro possono segnalare le situazioni che ritengono di dover porre alla nostra attenzione per valutare quali sono le procedure da seguire. Possono farlo telefonicamente al numero 011 8124469 oppure inviando una mail all’indirizzo info@fondazionepromozionesociale.it. Grazie a queste segnalazioni disporremo di una situazione verificabile e potremo sottolineare loro se è necessario possedere ulteriori documenti per procedere con l’iter. L’iter di ricostruzione di determinate dinamiche avvenute nelle rsa per poter valutare concretamente caso per caso, e in modo trasparente e serio, quale è la strada da intraprendere”. 

RICCARDO LIGUORI