La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Musica per palati fini: gli album e le tendenze del 2025

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I resoconti di fine anno possono sembrare una banalità ma restano uno strumento utile per orientarsi in un’offerta sempre più sovrabbondante. Secondo i dati elaborati da Chartmetric, nel 2024 sui principali servizi di streaming musicale sono stati pubblicati in media 99mila nuovi brani al giorno. Moltissimi rimangono inascoltati, soprattutto se non riescono a entrare nelle classifiche di vendita. Ma accanto alle hit e agli album più conosciuti globalmente, esiste una produzione ampia che racconta meglio di ogni classifica lo stato della musica contemporanea. Questo articolo prova a esplorarla attraverso 25 dischi, suddivisi in 5 categorie che fotografano alcune tendenze presenti nel panorama attuale. Non una classifica dei migliori album dell’anno, ma una selezione pensata per offrire spunti di ascolto a chi voglia andare oltre i nomi più noti.

Qui, la playlist di Futura news con tutti i brani che trovate nell’articolo.

Rinascita rock

Il rock è un genere che storicamente ha costruito comunità, soprattutto grazie alla sua dimensione dal vivo. Nel tempo ha intercettato le sensibilità giovanili, diventando uno spazio di espressione collettiva più che un semplice stile musicale. Negli ultimi anni, pur senza scomparire, questo genere ha fatto parlare meno di sé, perché troppo legato a formule ormai consolidate. Nel 2025, però, diversi progetti l’hanno riportato al centro dell’attenzione, rielaborandone i codici con un approccio fresco, più vicino alle esperienze e ai linguaggi della generazione Z. 

I 5 album di questa categoria non rappresentano una rottura netta rispetto al passato, ma segnalano un ricambio e una nuova vitalità della scena.

Geese – Getting Killed

L’album dei Geese, band di ventenni di New York, ha convinto chiunque. È su tutte le classifiche di fine anno della stampa, i biglietti dei concerti della band sono introvabili. Il loro indie rock travolgente recupera le parti migliori della tradizione per farne qualcosa di nuovo e riconoscibile. Sono un gruppo generazionale.

Wednesday – Bleeds

Gli statunitensi Wednesday fanno un salto di qualità con il loro sesto album. Con sonorità country, riescono a evocare le sensazioni di una piccola cittadina americana, un’estetica ormai nota ma comunque affascinante. Grazie ai vocals di Karly Hartzman, la loro è una rabbia che esprime anche delicatezza. 

Maruja – Pain to Power

Il post-rock dei Maruja, band di Manchester, è uno sfogo dalle influenze punk. Pieni di collera, i loro pezzi parlano di politica, di una società al collasso. Lo scenario disilluso viene descritto con sonorità pesanti, tra sassofono e chitarre, ma piene di bellezza. Questo disco è un muro di suono. 

caroline – caroline 2

Quest’album è una coccola. La musica dei caroline è rilassata, ma estremamente malinconica. Il loro rock un po’ folk un po’ pop è silenzioso e anche forte. Sembra riflettere i cieli grigi di Londra, città d’origine della band. Proprio come loro, infatti, sono nebbiosi ma pieni di storie. 

Candelabro – Deseo, carne y voluntad

I Candelabro vengono dal Cile ma con questo disco si sono fatti conoscere ben oltre i confini nazionali. Il loro è un rock progressive e raffinato, fatto da suoni molto intensi e solenni. Così come solenni sono i temi di religiosità che questi pezzi affrontano, tra peccato, senso di colpa e confessioni.

Donne del pop

Il 2025 è stato un anno atipico per il pop. Basti pensare all’assenza di veri e propri “tormentoni estivi” o al dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale nella produzione musicale, che ha acceso discussioni e polemiche. In un panorama segnato da dinamiche e formule sempre più ricorrenti, individuare figure realmente distintive è diventato complesso. 

I 5 album di questa categoria, tutti firmati da donne, si collocano in controtendenza rispetto a tutto questo. Mostrano infatti un approccio più consapevole alla scrittura e alla produzione, e il tentativo di esplorare soluzioni alternative all’interno di un genere che oggi appare fortemente standardizzato.

Oklou – Choke Enough

La cantautrice francese Oklou è arrivata in punta di piedi con un album che è piaciuto in maniera trasversale. Ha convinto sia gli appassionati sia chi non è abituato a un pop elettronico ma pieno di delicatezza. Questo disco rappresenta quei momenti dopo una grande festa, quando l’euforia si trasforma in riflessività. 

FKA Twigs – EUSEXUA

Ballare è una cosa seria, un momento meditativo. Lo sa bene FKA Twigs, che con questo nuovo disco usa la musica dance per parlare di emozioni profonde, raccontandole con una schiettezza che mette quasi a disagio. C’è divertimento, ma anche introspezione. È un caleidoscopio alieno di umanità. 

PinkPantheress – Fancy That

Nell’ultimo paio d’anni, l’estetica Y2K, quella dei primi anni 2000 appunto, ha infestato il presente. PinkPantheress ha finalmente dato un senso a questo ritorno, riattualizzando quei suoni in un modo coinvolgente e aderente alle generazioni attuali, ricordando che la leggerezza non è un male.

Addison Rae – Addison

 Questo disco ha tutto: un concept ben definito, una personalità forte a fare da collante, delle melodie catchy da cantare e ricantare. Addison Rae, cantante statunitense nata su TikTok e poi cresciuta nei giri più “in” della musica attuale, è a pieno diritto la vera reginetta del pop di quest’anno. 

Erika de Casier – Lifetime

La scena musicale danese ha lanciato molti talenti nell’ultimo periodo.  Tra loro, Erika de Casier, musicista di origine portoghese che con questo disco ha portato il pop in una dimensione onirica. Tra voci sospirate e parole delicate, il suo è un trip-hop dei nostri tempi, un sogno a occhi aperti.

Avanguardia di genere

Anche nel 2025 alcuni artisti e artiste hanno avuto un approccio particolarmente innovativo alla scrittura e alla produzione musicale. Si tratta di progetti che hanno sperimentato soluzioni meno convenzionali e hanno proposto traiettorie diverse rispetto a quelle più consolidate. 

I 5 album di questa categoria appartengono ognuno a un genere diverso, ma hanno tutti un elemento in comune: lo spingersi oltre i confini. Sono degli esempi di rinnovamento e di sperimentazione.

Dijon – Baby

Dopo un primo disco notevole e dopo aver dimostrato le sue doti di produzione in progetti altrui, Dijon è arrivato con un album che lascerà il segno nel genere R&B. Ha infatti rotto le sue convenzioni, mischiandolo con elementi noise e suoni elettronici che lo rendono unico. La sua, poi, è una voce rara. 

Oneohtrix Point Never – Tranquilizer 

“Tranquilizer” è un disco che non ha eguali. Per crearlo, il musicista si è ispirato a Cd di sample audio degli anni ’90, definendo un mondo utopico, ma pieno di nostalgia. L’idea è quella di un futuro fatto da macchine che però sono natura. Questo ambient glitch è il suono di una fibra digitale. 

Los Thutanaka – Los Thutanaka

Il disco di debutto del duo boliviano-statunitense dei fratelli Elysia e Joshua Crampton è davvero una perla. Il modo in cui questi pezzi mischiano noise rock ed elettronica li rende unici. Sono divertenti, irriverenti, ma anche riflessivi. Tra estetica queer e movimenti assordanti, questo album è una rivelazione.

Titanic – Hagen

L’art pop è un genere “contenitore”, che mischia sperimentazione e accessibilità. I Titanic, duo dell’America centrale composto da Mabe FrattiHéctor Tosta (coppia di arte e di fatto), l’hanno rappresentato al meglio nel 2025. Con stravaganti ritmi latini e vocals straordinari, “Hagen” è un viaggio appassionante.

Billy Woods – Golliwog

Questo è uno degli album più pessimisti e crudi di quest’anno. Il rapper undergound Billy Woods riesce a condensare in meno di un’ora tutti i problemi politici della nostra società, con un focus naturale su quelli che colpiscono le persone nere. Questo è un rap horror, dalle influenze jazz, perturbante.

Dentro il club

Il mondo del clubbing è in crisi. Secondo l’analisi della Confederazione Imprese Italia, in 14 anni nel nostro paese hanno chiuso 2100 discoteche. Ne rimangono circa 1400, contro le 7mila attive fino agli anni Novanta. Questa tendenza non riguarda solo il nostro paese: nel Regno Unito, per esempio, la media è quella di 3 club chiusi al giorno. La perdita di questi spazi riduce le occasioni di aggregazione legate alla musica dal vivo e alla cultura del ballo. Ma tutto questo non ha fermato la produzione musicale legata al clubbing. 

I 5 album di questa categoria raccontano la dimensione più underground del genere. Sono progetti pensati per la pista e per l’esperienza collettiva, lontani dalle logiche delle hit commerciali e legati a scene meno visibili, ma molto vive.

Nick León – A Tropical Entropy

Per capire l’atmosfera di quest’album basta guardare copertina e titolo. Il producer di Miami Nick León restituisce una dimensione tropicale fuori dalle superficialità. La sua elettronica latina è tranquilla eppure sempre ritmica, proprio come le onde  che si infrangono su una spiaggia affacciata sull’oceano. 

Blawan – SickElixir

Il dj e producer Blawan ha già una lunga carriera alle spalle, ma con questo disco sembra aver trovato la sua dimensione più sviluppata. “SickElixir” è frenetico, ansiogeno, fatto per balli scomposti e sgraziati. La ricerca del suono è al centro di questo lavoro, che si staglia su altri per la sua originalità. 

Djrum – Under Tangled Silence

Questo disco mischia l’Idm (Intelligence dance music) con il pianoforte classico. Il risultato sono dei pezzi sognanti, rilassanti, che però infondono un’energia propositiva. Sembra rappresentare proprio quell’intreccio di cui parla il titolo, come se ogni mossa fosse una novità, una nuova esplorazione sonora. 

Slikback – Attrition

Ascoltando “Attrition”, sembra di entrare in una magione abbandonata, con delle mura strette. Ma alla fine c’è uno sbocco: un club, corpi che si muovono insieme in un rito collettivo. L’elettronica dubstep di Slikback, musicista del Kenya, è riconoscibile, particolare, intensa, travolgente. 

Ship Sket – Initiatrix

Questo disco è pieno di glitch, di errori nel sistema. Il ventiseienne Ship Sket, da Manchester, porta l’oscurità nel club. “Initiatrix” può sembrare ripugnante, ma in realtà descrive una parte che abbiamo tutti dentro di noi. Questi pezzi sfidano il manistream con un’impostazione riflessiva. 

Frenesia digitale

In un’epoca sempre più segnata dal digitale, anche la musica ne riflette l’impatto, sia nei suoni che nelle tematiche. Molti artisti e artiste portano avanti un’estetica che è legata al mondo dell’online. Altri, invece, si appropriano delle sonorità digitali come punto di partenza, rielaborandoli in maniere meno convenzionali. 

I 5 dischi di questa categoria sono tutti accomunati da questi tipi di suoni. Offrono declinazioni diverse di una comune impronta digitale, centrale nel linguaggio musicale attuale. 

Ninajirachi – I Love My Computer

La musicista australiana è una delle rivelazioni del 2025. Questo disco racchiude l’esperienza delle generazioni native digitali, per cui internet è un amico stretto. Attraverso il web, ci si affaccia sul mondo da cui ci si nasconde. Con suoni Edm degli anni ’10, Ninajirachi crea un disco che nasconde qualcosa da dire sotto il divertimento. 

Frost Children – SISTER

Il duo statunitense torna con un album rumoroso e colorato, pieno di sonorità da pagine del web. “Sister” è un disco per scatenarsi che si rifà al “recession pop”, letteralmente il pop da recessione, che emerge nei momenti di crisi come sfogo nei confronti di una realtà senza futuro.  

Danny Brown – Stardust

I pezzi di “Stardust” sono l’incarnazione del digicore, un genere di musica super digitale e caotico, che unisce suoni distorti e parlate veloci per un risultato frenetico. Nonostante abbia 44 anni, quindi, Danny Brown riesce a tenersi al passo con le tendenze attuali, a parlare con i giovani. 

Moore Kismet – SATURATE YOUR WORLD!

Moore Kismet, dj classe 2004, emerge dall’underground con una personalità ben identificabile e uno dei migliori album Edm dell’anno. Come da titolo, è un disco saturato, che evoca colori sgargianti a partire da suoni pieni e bassi ossessivi. Fa desiderare un mondo dove si esagera sempre.  

dj galen – the Death of Music

La musica collassa su se stessa in questo disco forsennato, dove un genere così rosa come il “bubblegum bass” si fa rosso sangue. Galen Tipton delinea un futuro alieno, aggressivo ma comunque etereo, celestiale. Come se gli angeli del presente fossero portatori di un vangelo digitale. 

 

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