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Monitorare la qualità dell’aria, dal 2020 anche nelle scuole. Al via la nuova campagna di “Torino Respira”

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Torino è tra le città con i livelli di inquinamento dell’aria più alti – soprattutto a causa della massiccia presenza di biossido di azoto, provocato perlopiù dall’elevato traffico di auto – e per questo ha bisogno di essere controllata, monitorata.

Il Comitato “Torino respira” lancia una nuova campagna: #cheariatira2020.  Un modo per sensibilizzare i cittadini sul tema dello smog, questione tanto discussa quanto sottovalutata (qui trovate un nostro speciale sul tema). Dopo il successo della precedente iniziativa – erano stati coinvolti circa 300 cittadini – che ha evidenziato come l’84% degli oltre 270 campionatori di biossido di azoto installati in tutta l’area urbana di Torino e dei comuni della cintura non rispetti i limiti di legge, l’associazione di volontari è pronta con una nuova fase del progetto. L’appuntamento è per inizio 2020. Fino al 15 dicembre sarà possibile prenotare la propria “provetta” e aderire al progetto, i risultati verranno diffusi con tutta probabilità ad aprile.

La nuova iniziativa arriva dopo il successo mediatico della precedente e in seguito alla pubblicazione  dei dati Arpa Piemonte del giugno scorso, che hanno confermato la situazione critica fotografata da “Torino respira”. 

Ieri sera, giovedì 21 novembre, nella sede della “Casa del Quartiere” di San Salvario, i membri del Comitato hanno illustrato – dopo un aperitivo sociale a sostegno della loro attività – gli obiettivi della nuova campagna. “Abbiamo ottenuto un finanziamento dalla Compagnia di San Paolo che ci permetterà di installare una serie di rilevatori all’interno delle scuole e degli istituti. Avremo una copertura di almeno 50 edifici scolastici. Vogliamo coinvolgere di più i ragazzi”, ha spiegato Roberto Mezzalama, presidente di “Torino respira”.

“Abbiamo fatto ricorso al Tar contro la decisione presa dalla Regione di concedere maggiori deroghe ai blocchi di traffico. I provvedimenti sulla qualità dell’aria non si possono prendere dall’oggi al domani”, ha spiegato Mezzalama.

“I meccanismi di monitoraggio portati avanti da Arpa sono ovviamente corretti – continua Mezzalama –  Ma costano troppo. Le loro stazioni sono meno diffuse sul territorio rispetto ai nostri rilevatori: sono state distribuite più di vent’anni fa con logiche di altri tempi. I nostri dati sono aggiornati e possono fornire un contributo importante per stabilire nuove misure”.

Per Mezzalama da quando il Comitato ha iniziato a parlare di qualità dell’aria, in città c’è molta più attenzione verso il tema, diventato più appetibile anche per la politica, in vista delle elezioni comunali del 2021. “Io spero che il nostro lavoro porti a una maggiore serietà e consapevolezza tra i futuri candidati sindaci. Dobbiamo ridurre l’inquinamento atmosferico, lo smog. Complicare la vita agli automobilisti e incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici. Solo così potremo invertire la rotta e migliorare la nostra città”.

 

RICCARDO PIERONI