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Ministra Locatelli: “Meno burocrazia per il futuro della disabilità”

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“Competenza e professionalità sono fondamentali per lavorare insieme e, anche nel lavoro istituzionale, lo spirito di squadra è indispensabile per coprogettare un futuro migliore: le istituzioni sono legittimate a operare in questa direzione, il Terzo settore ha le competenze giuste per farlo, il mondo privato ha invece le risorse necessarie a investire”. Così Alessandra Locatelli, ministra per le disabilità, intervenuta venerdì 8 marzo a Torino all’inaugurazione della nuova sede dell’Associazione 160cm nei locali della Fondazione Educatorio della Provvidenza.

“Dobbiamo cooperare affinché il futuro veda ogni persona non come un’etichetta con su scritta una disabilità, bensì un soggetto sul quale poter fare investimenti a lungo termine – ha dichiarato Locatelli -. Per farlo è necessario scardinare alcune prassi consolidate della burocrazia, snellendo procedure e favorendo invece la costruzione di reti sociali: è un cambio di prospettiva pratico in cui tutto ruota attorno alle persone, serve formazione e la nascita di solide alleanze sul territorio”.

Alessandra Locatelli, Ministro per le disabilità

Un nuovo spazio per l’Associazione 160cm

Gli spazi al quarto piano dell’Educatorio, sito in corso Trento a due passi dal Politecnico, sono stati completamente ristrutturati e accoglieranno le attività dell’Associazione 160cm presieduta da Fabio Guglierminotti, il cui obiettivo è quello di fornire alle persone affette da sclerosi multipla un concreto supporto psicofisico sia individuale che collettivo. Anche l’assessore regionale Maurizio Marrone, presente all’inaugurazione, ha rivolto parole di elogio verso l’associazione: “La conosco da tempo, è una realtà che apprezzo molto per il forte sforzo di volontà che da individuale diventa comunitario: lo considero un esempio da stimare e sostenere”.

“Puntiamo a un approccio ‘sempre in movimento’ con la persona malata protagonista del proprio stile di vita”, ha commentato Guglierminotti, sottolineando l’importanza di avere a disposizione luoghi ideati e strutturati secondo le necessità delle persone malate. “Lavoriamo – ha proseguito – per una prospettiva diversa, un punto di vista attivo in cui ogni persona assuma un’identità”.

Dopo due anni, quel luogo è diventato realtà grazie alla collaborazione con l’Educatorio della Provvidenza, storica fondazione torinese con alle spalle più di trecento anni di storia. “Siamo un esempio piemontese di inclusione sociale, come testimonia anche la scelta di intitolare la piazza qui di fronte a Nelson Mandela”, ha detto il presidente Carlo Majorino. Associazione 160cm entra così a far parte dell’Edp Social Hub, uno “spazio fisico dedicato alla costruzione di percorsi condivisi” che contra quasi venti tra realtà e associazioni del terzo settore. “Si tratta di un progetto sperimentale in contrasto alla tendenza tutta italiana alla parcellizzazione – ha detto ancora Majorino -. Puntiamo su realtà che cooperano prima di mettersi in rete, in modo da conoscersi prim’ancora di lavorare insieme”.

Alessandra Locatelli, Ministro per le disabilità, insieme a Fabio Guglierminotti, presidente dell’Associazione 160cm

Comunicare la disabilità raccontando le persone

Da ultimo, il tema della comunicazione: “Siamo bravissimi a essere sabaudi nel costruire ma dobbiamo migliorare a raccontare all’esterno quel che facciamo”, dice con una punta di ironia il presidente Majorino. Per farlo, è fondamentale “superare la logica assistenzialista, mostrando apertura e indirizzando gli sforzi soprattutto nei confronti delle persone non disabili”. A fargli eco Giovanni Ferrero, direttore della Consulta per le persone in difficoltà (Cpd): “Dobbiamo dire no alle etichette e andare oltre i termini precostituiti se vogliamo davvero focalizzarci sulle persone”.

Proprio il raccontare e il condividere le esperienze è alla base del progetto di Associazione 160cm, nata dalla voglia di Fabio Guglierminotti di non arrendersi davanti alla diagnosi di sclerosi multipla. “Wolf“, com’è noto in ambito sportivo, dopo una carriera di thai boxe e pugilato si è “convertito” alla bicicletta diventando un cicloviaggiatore e raccontando le sue pedalate nel blog dell’Associazione, il cui nome richiama proprio l’altezza che si ha in sella alla bici: “Questa è diventata la mia prospettiva, il mio nuovo punto di vista, il mio modo di viaggiare, di aiutare le mie gambe, di arricchirmi, di continuare ad essere Wolf e sopratutto di combattere la malattia”.

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