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Il Ministero offre 5 milioni per i restauri, ma il futuro di Cavallerizza Reale resta in sospeso

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Anno nuovo, dibattiti noti. Nel pomeriggio di ieri, domenica 12 gennaio, la prima riunione del 2020 dell’Assemblea 14:45 ha riaperto i discorsi sul futuro della Cavallerizza Reale. All’incontro nell’Aula Magna di Ateneo in via Verdi ha richiesto di partecipare anche l’assessore all’Urbanistica del Comune di Torino Antonino Iaria, intervenuto per presentare i punti salienti del Progetto unitario di riqualificazione (Pur) accolto dalla Giunta con una delibera dello scorso 30 dicembre. Nel medesimo documento l’amministrazione ha confermato la disponibilità del Ministero dei beni culturali a contribuire con 5 milioni di euro alle opere di ristrutturazione del Maneggio alfieriano. Firmato dalla società Ai Engineering e dallo studio dell’architetto Agostino Magnaghi (già autore del masterplan per l’area della Cavallerizza Reale del 1998), il Pur stabilisce le linee guida sulle unità minime di intervento e sulle destinazioni d’uso del complesso parte delle Residenze sabaude, dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’umanità nel 1997.
Com’è noto, la proposta di uno scorporamento tra pubblico e privato delle aree attualmente di proprietà comunale e di Cct, Cartolarizzazione Città di Torino srl, viene respinta dai membri dell’Assemblea 14:45, che dal maggio 2014 al novembre 2019 hanno occupato e autogestito gli spazi di Cavallerizza. La legale rappresentante dell’Assemblea, Giovanna Preve, ha esposto nel suo intervento gli indirizzi di un progetto di riqualificazione “alternativo” elaborato dal dipartimento di architettura creativa del gruppo, nato durante l’edizione 2018 del festival Here. L’intenzione è di integrare contributi, a partire da martedì 21 gennaio, per giungere in un paio di mesi a un progetto definitivo da sottoporre al Comune.
L’assessore Iaria ha chiarito così la posizione dell’amministrazione: “La presa d’atto della proposta di Pur era dovuta. L’intenzione è quella di estendere gli spazi aperti alla cittadinanza e di creare un polo culturale, come sottoscritto nel verbale d’intesa firmato lo scorso novembre e ora che c’è una cornice in cui muoversi intendiamo aprire alla creazione di un comitato permanente con cui il Comune possa dialogare”. Come primi obiettivi Iaria ha posto il dissequestro del Salone delle guardie (sottoposto a sgombero circa due mesi fa) e la realizzazione di un piano di recupero che consenta di ottenere i finanziamenti proposti dal Ministero.

Restano però sotto la superficie del confronto i punti più controversi. Il 16 gennaio entra in vigore il nuovo Regolamento dei beni comuni urbani, approvato lo scorso 25 novembre dal Consiglio comunale: l’articolo 17 prevede la possibilità di dare vita a una Fondazione Beni Comuni, statuto a cui i gruppi legati a Cavallerizza continuano a contrapporre l’uso civico collettivo. La società di cartolarizzazione Cct è in liquidazione ma ancora non si conosce il suo futuro. Le indicazioni del Pur e le norme del piano regolatore, nonché quelle sulla tutela dei beni patrimonio Unesco, si reggono su un equilibrio delicato. Sono questi i nodi che rendono il futuro di Cavallerizza Reale una matassa difficile da sbrogliare.

LUCA PARENA

FRANCESCA SORRENTINO