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Migliaia in piazza contro inquinamento, guerre e ingiustizie

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Articolo aggiornato il 16/4/2025

E’ sceso di nuovo in piazza Fridays for Future in sciopero in tutto il mondo per protestare contro il cambiamento climatico e l’inazione dei governi. A Torino in piazza Statuto si raduna un migliaio di manifestanti: meno degli anni precedenti, diminuiti in particolare dopo la pandemia di Covid-19, ma ugualmente entusiasti. Si grida contro il riarmo, contro le guerre e tutte quelle questioni, che distolgono lo sguardo dei governi dall’urgenza di occuparsi della crisi climatica, passata da alcuni anni in secondo piano nelle agende politiche.

Guidato da una camionetta con sopra casse per la musica, bandiere e dj set, il corteo si dirige senza fretta verso piazza Castello, non mancando di fare alcune tappe strategiche. Davanti al grattacielo di Intesa Sanpaolo, alcuni attivisti e attiviste si sono sdraiate sul cemento e cosparse di vernice nera per protestare contro gli investimenti della banca in favore dei combustibili fossili. A bloccare l’ingresso del grattacielo era presente un presidio di decine di agenti della polizia in assetto antisommossa, rimasti però sul posto. Un’altra sosta davanti alla sede di Unione Industriali e infine davanti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte.

Il corteo era composto da attivisti e attiviste di Fridays for Future, ma non solo. Erano presenti anche No-tav, Legambiente, Kontiki, il Comitato “Salviamo il Meisino”, Non una di meno, i sindacati (Fiom-Cgil), Extinction rebellion e Lotta comunista, oltre ad alcuni deputati di Alleanza verdi e sinistra, tra cui Marco Grimaldi. Sono infatti tante le istanze che avanzano assieme al corteo e viaggiano come un’unica grande comunità, che tenta di combattere contro i crescenti estremismi e le tensioni internazionali.

“Tutti i momenti dedicati ai gruppi presenti alla manifestazione servono a mettere assieme persone diverse, che soffrono per questioni diverse, ma tutte riconducibili allo stesso sistema di sfruttamento, causa stessa della crisi climatica – spiega Sara Diena, consigliera comunale di Torino con Sinistra ecologista, presente alla manifestazione -. Il riarmo in Europa, l’elezione di Trump, il genocidio in Palestina sono tutti temi che riempiono le pagine dei giornali, quindi è importante che anche i movimenti per il clima si facciano portavoce di queste questioni. Per la piega che sta prendendo il pianeta, non si può più parlare solo di crisi climatica, ma bisogna parlare di diritti delle persone: intervenire sulle tante preoccupazioni che affliggono le persone può essere una strategia per attrarne tante a manifestare”.

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