Avrà sempre addosso uno zaino. Probabilmente, investirà un po’ dei suoi soldi per gli attrezzi de mestiere: una telecamera professionale non troppo grande, un paio di cuffie per non perdere nessun dettaglio, un cavalletto e un microfono comprato da qualche parte, su internet, a poco prezzo. Tutto sarà la sua voce. I contenuti finiranno, probabilmente, in un unico network. Probabilmente ci sarà chi ascolterà le sue parole prima di andare al lavoro. Perché domani il giornalismo vivrà così. Sarà scritto da freelance, sparsi ovunque sulla Terra. E sarà letto, osservato e ascoltato prima di andare al lavoro, in metropolitana, in auto o in cucina, mentre si prepara la cena. I giornali saranno bussole in grado di raccontare il mondo. Unirà più linguaggi, attraverso immagini, suoni e video. Servirà ad approfondire e le persone lo cercheranno ancora. Per comprendere, davvero, cosa sta accadendo fuori.
GIOVANNA PAVESI
(Scuola Walter Tobagi)