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I Metaversi di Donato Sansone: la mostra al Museo del cinema

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Il Museo del cinema di Torino ha inaugurato Metaversi, la mostra di Donato Sansone, curata da Bruno Di Marino. L’artista lucano è autore di numerosi cortometraggi, video musicali e forme audiovisive declinate in un’ibridazione continua fra elementi ludici, surrealismo e provocazioni. Collaboratore di grandi artisti italiani come i Subsonica o Francesco De Gregori, Sansone approda alla Mole con un’esposizione che cerca di sintetizzare oltre vent’anni di carriera. Il titolo rimanda a una dimensione virtuale da scoprire in cui trovano spazio diversi aspetti del “fare cinema”: disegni, stampe e installazioni attraverso cui ripercorrere i tanti metaversi che hanno costellato la vita dell’artista. 

La mostra rientra nella sezione Echoes di Exposed Torino Foto Festival e sarà visibile fino all’8 settembre 2025. Divisa in tre sezioni principali, il punto di partenza è il rimando alla matita, strumento privilegiato dell’animatore. L’intento è sottolineare come all’inizio di ogni progetto ci sia sempre un disegno, che sia questo su carta o in digitale. Perché disegnare vuol dire progettare un’idea, animare la materia.

La seconda sezione, dal titolo Il suono animato rimanda invece al mondo dei videoclip musicali, uno dei più esplorati da Sansone, in cui i curatori hanno riunito sia video che stampe. Scomposizioni digitali è l’ultimo grande spaccato della mostra in cui si passa dall’estetica analogica, che si basa sul disegno, al digitale. Sansone ama scomporre, sezionare e ricomporre, per questo viene definito “un cubista digitale”. Topos centrale della sua poetica è anche il corpo, sempre presente nei suoi film nelle forme più varie. Corpi organici, lacerati, androgini o ipersessuati si fondono, si scontrano e a volte si distruggono. 

Oggi, 7 aprile, una conferenza stampa ha anticipato l’apertura della mostra. Il direttore del Museo del cinema, Carlo Chatrian, ha speso parole di grande apprezzamento per il lavoro dell’artista che ha definito “dissacrante, provocatorio e gioioso”. “Prendersi in giro facendoci vedere il mondo in un modo diverso da quello delle buone maniere è un gesto rivoluzionario”, ha concluso Chatrian. L’esposizione è frutto del lavoro congiunto di Sansone e Di Marino, che ha aperto il suo intervento ringraziando il museo per aver accolto “una figura un pò anomala nell’universo delle immagini in movimento”. Sansone, autore di un’animazione sperimentale e indipendente, ha concluso la conferenza augurando ai presenti di divertirsi perché “l’arte, per me, è soprattutto intrattenimento e deve creare piacere nello sguardo dello spettatore”.

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