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Metalmeccanici: “Costruire il futuro attraverso l’industria”

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“Torino ha tutte le carte in regola per tornare a essere un centro industriale strategico per l’Italia e l’Europa”. È questo il messaggio lanciato dalle sei sigle sindacali dei metalmeccanici della provincia riunite oggi, 27 novembre, all’Auditorium Santo Volto di Torino. Il futuro si può costruire partendo dall’industria secondo i delegati di Aqcf Rappresentenza, Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Torino, Fismic e Ugl metalmeccanici, che hanno redatto un documento in dieci punti a conclusione di una mattinata di confronto.

Dopo mesi di scioperi e proteste, il contratto collettivo nazionale dei lavoratori metalmeccanici è stato rinnovato con un aumento di 205 euro lordi spalmati sui prossimi quattro anni e l’aggiunta di alcune tutele. Questo non è però sufficiente a poter migliorare le condizioni dei lavoratori dell’automotive e del comparto stesso. Torino attraversa una crisi senza precedenti. Negli ultimi quindici anni il tessuto industriale si è progressivamente assottigliato: dal 2008, nel solo comparto metalmeccanico, hanno chiuso 500 aziende e 35 mila lavoratori hanno perso il posto. Un declino che ha finito per contagiare l’intera economia: redditi più bassi, consumi in calo, attività commerciali in sofferenza e una popolazione che diminuisce mentre cresce l’età media.

Le proposte per invertire la rotta passano dal rilancio della manifattura e, in particolare, dell’automotive. Occorrono nuovi modelli, investimenti e un tavolo permanente tra istituzioni, imprese e parti sociali per guidare una transizione che sia davvero sostenibile, non solo sul piano ambientale ma anche su quello sociale. La città, ricordano i promotori del documento, può contare su competenze solide, su un polo universitario di eccellenza e su nuove realtà. Accanto alla mobilità del futuro, servono politiche per rafforzare la componentistica, sviluppare le filiere legate alle batterie e all’economia circolare, potenziare infrastrutture per la ricarica elettrica e investire nelle energie rinnovabili. Fondamentale anche la formazione, con percorsi mirati alle nuove professionalità richieste dall’industria.

L’aerospazio, seconda gamba della manifattura locale, rappresenta un’opportunità decisiva: dalla cittadella di corso Marche al nascente competence center di Mirafiori: il settore potrebbe diventare un hub nazionale, a patto di attirare nuovi investimenti e riportare sul territorio attività oggi all’estero.

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