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I mesi di quarantena nel rapporto del Garante dei detenuti di Torino

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L’emergenza sanitaria di Covid-19 ha fatto esplodere il problema della gestione delle carceri in Italia. Sovraffollamento, misure sanitarie insufficienti, rischio di acuire la separazione tra carcere e mondo esterno non hanno risparmiato nemmeno la Casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. A evidenziare le maggiori problematiche emerse è l’ufficio della Garante per i diritti delle persone private della libertà del Comune, Monica Cristina Gallo, alla scadenza del suo mandato quinquennale. Questa mattina, 12 giugno, insieme ai suoi collaboratori ha presentato il rapporto annuale 2019 e i risultati parziali del report “Tutto chiuso”, frutto del monitoraggio svolto nei mesi di quarantena.

La fotografia della situazione
La percentuale di affollamento del carcere delle “Vallette” nell’anno passato ha sfiorato la soglia del 140%. Si sono registrate punte di quasi 1500 presenze su una capienza massima che dovrebbe essere di 1065. I problemi strutturali e la fatiscenza di alcuni ambienti contribuiscono a peggiorare le condizioni di vita dei detenuti e di lavoro per chi dovrebbe dare loro assistenza. Ogni educatore ha il compito di seguire i percorsi riabilitativi di circa 120 persone, ogni medico tutela le condizioni di salute di 350 pazienti. “Vivere in condizioni di degrado ha un’incidenza sulla manifestazione di disturbi di natura psichiatrica dei detenuti e in generale non aiuta l’autostima, il rispetto di sé e degli altri” sottolinea Monica Gallo. L’emergenza sanitaria nel carcere di Torino non ha provocato né le rivolte né i decessi registrati in altre strutture ma ha comunque scontato la mancanza di un piano nazionale. Le disposizioni di detenzione domiciliare normate dall’articolo 123 del decreto “Cura Italia” hanno contribuito a una discesa della popolazione carceraria (lo scorso 8 giugno i detenuti erano 1312, 148 in meno rispetto all’inizio della quarantena, sempre oltre la capienza massima), ma dopo il termine del 30 giugno è prevedibile che il dato torni a salire. I casi di positività al Covid-19 sono stati 77, 24 quelli gestiti in istituto. Su due di questi l’associazione no-profit StraLi ha presentato ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per mancata tutela della salute dei detenuti: le richieste di scarcerazione della direzione sanitaria alla magistratura di sorveglianza sono rimaste inevase. La Corte di Strasburgo ha risposto chiedendo chiarimenti al Governo sulle condizioni sanitarie all’interno del carcere di Torino.
Meno problematiche la gestione nell’Istituto penale minorile Ferrante Aporti, dove le detenzioni nel corso dell’anno passato sono scese da 48 a 28 e le condizioni della struttura sono secondo la Garante soddisfacenti. Lo scorso 25 maggio ha visitato il Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di corso Brunelleschi, che ha continuato a operare anche con la sospensione dei rimpatri degli ultimi mesi, con le conseguenti difficoltà nella tutela della salute degli ospiti. Su 62 presenti, i tamponi effettuati sono stati effettuati due e hanno dato esito negativo.

Nasce Liberante.it
Nei mesi di emergenza della pandemia, i detenuti hanno subito un duro colpo anche sul fronte delle attività di reinserimento. I progetti di lavoro professionalizzante di Cassa delle ammende e quelli sviluppati in sinergia con il Comune hanno subito una battuta d’arresto. Le lezioni scolastiche sono state interrotte anche in carcere: “Il vuoto non deve prendere il sopravvento e le distanze tra l’interno e l’esterno delle strutture carcerarie non devono ampliarsi” ha esortato la garante. “Dobbiamo impegnarci nel valore della riaccoglienza, testimoniato da progetti come Freedhome, lo spazio di cultura inclusiva nella caffetteria del Tribunale, le sinergie con i musei cittadini”. A questo proposito è stato lanciato il sito Liberante.it, un’iniziativa dell’Associazione Nazionale Museo del Cinema online da pochi giorni: un portale di sostegno alle persone uscite dal carcere che raccoglie informazioni e link di riferimento su argomenti come diritti, formazione e lavoro, servizi di prima necessità, eventi culturali.

LUCA PARENA