Grinta e Rock per affrontare la crisi del presente. Martedì 6 aprile è stato pubblicato per Pan Music il videoclip di “Melancolia”, nuovo singolo dei Nakhash, band astigiana composta da Elisabetta Rosso, Riccardo D’Urso, Simone Bussa e Leonardo Rigamonti.
Il brano, composto circa un anno fa, è la risposta a una situazione difficile. L’espressione dei sentimenti scaturiti dal primo lockdown. Nasce, nelle parole degli autori, “da una specie di mal di pancia che deve essere tradotto in qualcosa da concreto” e il titolo della canzone prende ispirazione dal film omonimo di Lars von Trier. Il testo è un racconto personale delle sensazioni del momento, in cui la reclusione diventa il tema cardine, ma la voglia di suonare e fare musica costituisce la via di uscita dai vincoli del presente, imposti dalla pandemia. Il sound è grezzo e sporco, con chitarre distorte e batteria prorompente in pieno stile Rock vecchia scuola – da ascoltare rigorosamente a volume altissimo. Un brano potente, ma dall’arrangiamento curato ed efficace, segno della maturità artistica di un gruppo che è sulla scena da quasi 7 anni.
Parlando della genesi di “Melancolia” Riccardo D’Urso, chitarrista solista della band, ha raccontato a Futura: “Noi andiamo molto di pancia e in quel periodo anomalo è nata questa necessità di esprimere un disagio legato alla situazione. Non poter suonare, non poter uscire di casa, in generale non poter fare quello che vuoi, emerge nel testo. Il nostro sound come band è frutto di un’evoluzione costante, dovuta a una lunga gavetta. Questa è una dimensione che abbiamo trovato e che ci sentiamo bene addosso. Pochi artifici non vuol dire mancanza del dettaglio o di una costruzione, ma ci piace la forza e il carattere grezzo. Da quando abbiamo cominciato a scrivere in italiano, siamo arrivati a un punto in cui dovevamo trovare un carattere comune che unisse la nostra capacità di scrittura. Ci rifacciamo al Rock degli anni ’70 fino al Grunge degli anni ’90.”
Riguardo il videoclip, girato e prodotto a Torino da Kunai Studio, Riccardo aggiunge: “Ci piace curare molto i nostri videoclip perché il nostro gruppo si esprime attraverso varie forme artistiche e una nostra passione comune è quella del cinema, in particolare i lavori di Quentin Tarantino. La zebra, i cui colori si vedono nel video, è il simbolo della melancolia. Rappresenta questa dicotomia tra la libertà, che è il bianco, e il disagio e la malinconia, che sono legate al nero. Entrambe le cose coesistono nel pezzo. Nella parte centrale questa caratteristica è marcata. Anche nel sound del pezzo si percepisce questa dicotomia tra strofa e ritornello. A livello strumentale c’è l’utilizzo dello slide che riesce a rendere più dolce il pezzo fino all’esplosione finale.”
Nonostante la situazione pandemica persista, non mancano i progetti per il futuro: “L’anno scorso, vista la situazione e non potendo suonare dal vivo abbiamo lavorato sulla progettualità. Abbiamo pensato di concentrarci sulla scrittura, sui lavori in studio e sulla promozione, per cercare di far conoscere la nostra musica a più persone possibile. Per il futuro speriamo di fare tanti live, perché quando si scrive un pezzo uno vuole farlo sentire in giro in maniera diretta. Questa voglia di tornare a suonare si esprime anche nel videoclip di Melancolia. Noi abbiamo in programma anche l’uscita di un EP che vuole portare avanti questo discorso iniziato l’anno passato con un altro nostro pezzo intitolato Iconoclasta. Il progetto è iniziato in tempo di pandemia e quindi siamo stati costretti a interromperlo, ma ora siamo convinti e lo vogliamo portare a temine. Vogliamo che ci sia una base solida che faccia capire i nostri intenti musicali, il nostro modo di vedere le cose e la nostra necessità di esprimerci.”
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