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Mathew Ingram: “Tornare indietro da Facebook non si può”

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Gli algoritmi sono diventati un termine quotidiano, speso per lo più nel mondo dei social network. Ma sono stati necessari anni affinché gli utenti acquisissero consapevolezza di quello che è e di che portata può avere il suo effetto. Il giornalista canadese Mathew Ingram, capo tecnico del Columbia Journalism Review, è stato tra i primi a occuparsene, fin dall’epoca dell’open web, e ne ha parlato al Festival internazionale del giornalismo di Perugia, in un incontro intitolato ‘Le nostre vite definite dagli algoritmi e cosa questo significherà per i media’.

Possiamo tornare indietro da Facebook?

Non penso: perché si basa sul nostro bisogno di like, che è qualcosa che ci caratterizza come esseri umani. Potremmo tornare ai feed rss (tecnologia con la quale un utente poteva monitorare tutto ciò che viene pubblicato su un sito, ndr), ma il pregio dell’algoritmo è che di quel caos di informazioni ha tirato fuori un prodotto strutturato, attento alle nostre esigenze.

Come spiegare gli algoritmi alla società civile?

Non è facile, e non siamo in grado di capire neanche come funzionino realmente. Eppure sono lì, e quando acquisti un biglietto aereo e ti vengono mostrate scelte diverse se fai il login o meno, quello è un esempio per capire come questo condizioni le nostre vite. Sta ai giornalisti di trovare modi semplici

E ai giornali?

Anche i giornali usano gli algoritmi per indirizzare meglio i propri contenuti e intercettare gli interessi dei lettori. Non c’è nulla di male nel fare questo, purché il processo sia trasparente e spiegato chiaramente al lettore.

È stato chiesto a Zuckerberg se sarebbe disponibile a sostenere una regola ispirata alla Normativa europea sul trattamento dei dati anche negli Stati Uniti, ma lui è stato elusivo. Come mai?

Sta probabilmente a portare avanti Facebook in una posizione di forza nelle trattative per una regolamentazione quanto più possibile condivisa con le grandi aziende di settore. E dall’altra le stesse istituzioni si rivolgono a loro per chiedere aiuto: era evidente che non la loro comprensione fosse abbastanza superficiale.

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