Torino è wallalla, dicono i marocchini. È un posto al quale ci si abitua in fretta, conosce l’accoglienza, fa sentire un po’ meno la nostalgia di casa. La comunità marocchina, con trentamila persone, è la seconda più numerosa della città dopo quella rumena. A Porta Palazzo negli anni sono nate macellerie halal, sale di preghiera, sedare, pasticcerie e gastronomie tipiche. Per conoscere e far conoscere meglio questa realtà l’Associazione Bizzeffe, fondata da Emanuele Maspoli nel 2012, organizza la settimana della cultura marocchina torinese. “Spesso la lingua li costringe al silenzio, ma i marocchini hanno una grande volontà di scambio, di far vedere quello che sono, ciò che fanno, come Torino li ha cambiati”, afferma Maspoli. “È importante che si rendano conto che la storia che si portano dietro può aggiungere sostanza alla nostra città e non minacciarla”.
Bizzeffe ha organizzato, durante questi giorni, visite guidate alle sale di preghiere della Moschea della Pace, alle macellerie halal, ma anche corsi di cucina, incontri alle scuole di arabo, performance teatrali. In questi incontri c’è stata la possibilità di conoscere le persone che animano la comunità marocchina, come Zaccaria, che ha ventotto anni e studia al Politecnico di Torino e ha spiegato cosa significa vivere da musulmano in una città che non lo è, e ancora come Torino li ha cambiati e ciò che invece della loro cultura resiste anche qui, a chilometri di distanza.
Porta Palazzo e Barriera di Milano sono quartieri ad alta concentrazione di marocchini. Nella mappa alcuni dei luoghi più caratteristici di questa grande comunità.