Si è conclusa nella sua vecchia casa, dove ora vive Patrizia Sandretto, la serata di presentazione dell’autobiografia “Care figlie vi scrivo” di Marisa Bruni Tedeschi. Un banchetto con più di cento invitati e un menu a metà fra la tradizione piemontese e la cucina etnica. Come dolce il bonet, un classico di Torino, la città voluta dall’autrice per il lancio del libro, pubblicato in Francia da Éditions Robert Laffont, e tradotto in italiano da La nave di Teseo. Una scelta apparentemente insolita, dal momento che la Bruni Tedeschi vive ormai da molti anni a Parigi e, come ammette lei stessa, qui non ha più amici né parenti. Tuttavia è la città a cui sono legati tanti dei suoi ricordi familiari, filo conduttore del racconto di una vita appassionata. “Se uno racconta tutto, racconta tutto”. Marisa Bruni Tedeschi l’ha ribadito alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, commentando le pagine dedicate alle figlie, sedute in prima fila ad ascoltarla: l’attrice e regista Valeria e Carla, top model accompagnata dal marito, l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy.
Sono state loro a incoraggiare la mamma a proseguire nell’opera che aveva iniziato per raccontare gli anni della guerra. Da lì è andata avanti, ripercorrendo “cose molto belle e cose molto tristi”. La vedova dell’imprenditore Bruni Tedeschi ha affrontato l’agonia terminale del marito e la morte del figlio Virginio, per malattia nel 2006, ma durante la conferenza ha privilegiato gli aneddoti più divertenti, come i racconti del soggiorno all’Eliseo durante la presidenza di Sarkozy, o della mancata foto col Papa Benedetto XVI. Il ricordo più emozionante è per il marito Alberto: dal temperamento “bollente”, era solito fare numerose scenate alla moglie, di stizza o per gelosia. Esasperata, un giorno la Bruni Tedeschi andò a dirgli che lo lasciava. Lui la guardò e le disse che era molto bella, un’artista che non avrebbe avuto difficoltà a conoscere altri uomini, ma nessuno di loro avrebbe potuto amarla quanto lui. Cosa fare davanti a una frase del genere? Nonostante i tradimenti, gli scoppi d’ira e le difficoltà con un suocero particolare, lei capì che era vero. Disfece la valigia e rimase al suo fianco fino alla fine.
MARCO GRITTI
CORINNA MORI