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Manifestazione anarchica a sostegno di Alfredo Cospito

Alle 11, davanti al Tribunale di Torino, un gruppo di una trentina di anarchici si è riunito in sostegno al loro “compagno”. “Il 41bis non è carcere, è tortura”, ripetono i manifestanti. Sul posto, varie pattuglie della polizia, ma la protesta ha seguito una linea pacifica. Si vuole esprimere la propria vicinanza a Cospito e protestare contro una misura ritenuta “disumana” dai partecipanti. I cori e gli striscioni chiedono esplicitamente due cose: la liberazione dell’anarchico e l’abolizione del 41bis. 

Insieme, attendono che la Corte di Cassazione prenda una decisione sulla sorte del militante. Le condizioni di salute del detenuto, in sciopero dallo scorso 20 ottobre, stanno precipitando vertiginosamente, tanto che una delle ipotesi prese in considerazione è quella di nutrire forzatamente l’uomo. Il ricorso degli avvocati chiede la revoca del regime 41bis per Cospito, che attualmente è ricoverato a Milano, presso il reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo. 

A Torino, quello del 41bis è un tema caldo. In molti si esprimono sull’argomento, le scritte a favore dell’anarchico tappezzano i muri della città. Numerosi i dibattiti e le riunioni per parlare dell’argomento. Anche all’Università degli Studi di Torino viene mostrato il dissenso verso le misure restrittive tipiche di questo regime, in primis con i manifesti appesi sulla facciata principale dell’edificio. All’interno della sede di Palazzo Nuovo — e nei giorni scorsi presso il Campus Einaudi — è esposta la ricostruzione di una cella utilizzata per questo tipo di reclusione. Il carcere è percepito ancora come una realtà troppo lontana. Portarlo in mezzo agli studenti, ai professori e ai cittadini è un modo per informare le persone sul tema.

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