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Mal’Aria, De Marco (Legambiente): “Dobbiamo accelerare”

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Piogge e regole sulle auto hanno fatto fare dei passi in avanti. Ma serve altro. A partire dal superamento di carbone e gas per il riscaldamento domestico, fino a una regolamentazione più attenta dell’impatto agricolo. Il giorno dopo la pubblicazione del report Mal’Aria 2025, abbiamo fatto il punto sulla situazione e sui risultati emersi dal report con Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta. Che parla chiaro: “Riuscire a stare nei limiti previsti per il 2030? Ce la possiamo ancora fare ma bisogna accelerare assolutamente”.

Nella classifica delle città fuorilegge, consultabile nel report di Legambiente Mal’Aria, Torino occupa l’undicesima posizione. Si tratta di un miglioramento rispetto al 2023, quando la città si trovava al secondo posto. A cosa è dovuto?

“Dal nostro punto di vista a incidere sono state le condizioni meteorologiche del 2024: ha piovuto più del normale e questo ha favorito la dispersione degli inquinanti. Anche il miglioramento tecnologico, con il passaggio dei motori a combustione Euro 0 a Euro 6 ha avuto impatto significativo. A Torino poi il miglioramento c’è stato, anche considerando che la città per molti anni è stata la prima in classifica, ottenendo la maglia nera”.

Quali sono le strategie che il Piemonte dovrebbe mettere in atto per sperare in risultati migliori?

“La regione deve adottare misure strutturali per migliorare la qualità dell’aria. Il tema della mobilità è sicuramente importante: bisogna incentivare il trasporto pubblico, aumentare il numero di bus elettrici e istituire zone di traffico limitato, con limiti di velocità a 30 chilometri orari. Bisogna puntare anche sui sistemi di riscaldamento, per esempio quelli domestici, abbandonando le caldaie a gas e a carbone. Per rientrare nei parametri europei del 2030 è fondamentale ridurre le emissioni, gli spandimenti dei liquami in agricoltura e l’esistenza degli allevamenti intensivi”.

Quindi l’Italia può ancora sperare di rientrare nei parametri europei previsti per il 2030?

“Ce la possiamo ancora fare ma bisogna accelerare assolutamente su queste strategie e metterle in campo fin da subito, in maniera diffusa e capillare”.

Ha notato delle differenze tra il modo in cui il nostro Paese si è mosso per migliorare le prestazioni dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico e quello di altri stati dell’Unione Europea, magari più virtuosi in questo campo?

“Sicuramente sì, nel tasso di motorizzazione. In Italia abbiamo una media di 66 auto ogni 100 abitanti. Torino è la città con la media più alta, che incide su quella nazionale. Città come Amsterdam o Copenaghen, invece, viaggiano su una media di 25-30 auto ogni 100 abitanti. Questo ci fa capire che l’Italia non ha ancora fatto abbastanza per incentivare l’abbandono delle auto private e per promuovere il trasporto pubblico locale”.

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