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L’uomo non è l’unico abitante della Terra. Quammen e Ghosh al Salone del Libro Extra

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David Quammen, lo scrittore americano autore di Spillover, immagina tre fiumi che scorrono paralleli. Hanno origine tutti dallo stesso ghiacciaio sulla stessa montagna, e hanno un’unica destinazione: la distruzione degli ultimi ecosistemi vergini da parte dell’uomo. I tre fiumi rappresentano i grandi problemi, che secondo Quammen, dobbiamo affrontare immediatamente: il pericolo di nuove malattie pandemiche, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità.
Con questa metafora lo scrittore, ospite di Radio3 Scienza nel corso della prima giornata del Salone del Libro Extra, ha sottolineato come, ancora una volta, l’essere umano tenda a sentirsi solo vittima quando, in realtà, è in parte anche carnefice.

“Da quando siamo nati, interagiamo con il resto del mondo animale. Abbiamo ucciso animali selvatici, abbattuto alberi e, probabilmente, sofferto di malattie infettive acquisite da animali”, spiega Quammen, ribattendo all’obiezione comune secondo la quale, le pandemie esistevano ben prima del cambiamento climatico e, quindi, le due cose non dovrebbero essere collegate. “Questa pandemia non è evento nuovo, ma la scala delle conseguenze lo è. Noi siamo la specie animale più abbondante e diffusa sul pianeta, non c’è mai stata una specie come noi. Mangiamo carne, depauperiamo ecosistemi, tagliamo alberi ed estraiamo minerali. In più, viaggiamo velocemente e viviamo in città molto popolose. Perciò, se un virus infetta un uomo c’è una maggior probabilità che si diffonda di città in città e che, presto, salga su un aereo. Questo è il problema nuovo: la scala su cui si diffonde. Le conseguenze, ora, sono maggiori”.

Dobbiamo dunque modificare il nostro modo di approcciarci al mondo che ci circonda e smettere di comportarci come se fossimo gli unici abitanti o come se la crisi ambientale non ci riguardasse. Anche lo scrittore indiano Amitav Ghosh, che poco prima di Quammen, dialogava ai microfoni di Radio 3 con l’attivista di Fridays For Future Torino Valentina Benavoglia, è d’accordo su questo punto. La stessa comunità letteraria e culturale, afferma, si è distanziata in modo irreale dal mondo circostante. “La sfida più importante della letteratura – ha spiegato – è dare voce al non umano”.
Nel suo saggio La grande cecità, Ghosh scrive: “Il denaro scorre verso il guadagno a breve termine e verso lo sfruttamento eccessivo di risorse comuni non regolate. Queste tendenze sono come la mano invisibile del fato che nelle tragedie greche guida l’eroe verso l’inevitabile catastrofe”.  L’estenuante e insaziabile sfruttamento del pianeta unito ad un cieco antropocentrismo, secondo Ghosh e Quammen, non fanno altro che aggravare la crisi planetaria già in atto.
La diffusione del Covid19 ne è un esempio concreto.

 

MARTINA STEFANONI

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