Un ateneo che punta sulla qualità senza rinunciare all’inclusività e che dovrà cercare una presenza più efficace nella vita cittadina. La conferenza di presentazione del programma da candidato a Rettore di oggi 3 maggio ha permesso ad Alessandro Sembenelli, e alla sua prorettrice Roberta Siliquini, di calibrare la loro candidatura nei confronti non solo dell’avversario Stefano Geuna, ma soprattutto dell’uscente rettore Gianmaria Ajani.
“L’inclusività che professiamo non andrà a discapito della qualità. Non dobbiamo fare corse al ribasso”. Sembenelli è deciso mentre risponde a una domanda sulle tasse universitarie: “Siamo uno degli atenei con il livello di tassazione più basso in Italia. Finché la situazione non cambierà a livello statale (facendo subentrare il sistema della fiscalità generale, ndr), il nostro Ateneo manterrà al primo posto la qualità. Investiremo nel job placement e in altri servizi agli studenti”.
Questo era già stato terreno di scontro con Geuna durante il confronto del 12 aprile organizzato dal Master di Giornalismo “Giorgio Bocca”. Geuna infatti, in quell’occasione, aveva manifestato interesse al superamento, in molti casi, del numero chiuso, che pure non dipende solo dalle scelte di Ateneo. “Il mio avversario – continua Sembenelli – non è populista, ma cavalca tendenze presenti nella società. Dobbiamo conciliare invece l’inclusività con i servizi che eroghiamo e con le infrastrutture che abbiamo a disposizione. Sotto questo punto di vista, ci saranno numerosi cambiamenti nei prossimi anni. Il nostro obiettivo è rendere Unito all’altezza dei migliori atenei europei”.
Indipendentemente dai singoli punti dei programmi, i due candidati sembrano diversi soprattutto come approccio, secondo Sembenelli. “Nel nostro c’è più concretezza. Dobbiamo fondare le decisioni sui dati. Facciamo meno promesse, ma più programmi. C’è una differenza tra quello che vorremmo fare e quello che invece possiamo”.
Sul rettorato di Gianmaria Ajani, Sembenelli ha espresso un apprezzamento generale, con qualche puntualizzazione: “Non possiamo che dare un giudizio positivo sulla gestione finanziaria e sulla internazionalizzazione. Noi cercheremo però di aumentare la trasparenza dei processi decisionali e, soprattutto, sul rapporto con la città”.
Un tema su cui è molto sensibile anche Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino: “Saracco ha ragione – dice Siliquini – l’università deve essere una guida per la città e ispirare e orientare la visione del futuro. Certo, questo non può che avvenire con una adeguata collaborazione con le imprese e soprattutto le istituzioni pubbliche”.
Sembenelli e Siliquini non si schierano politicamente sulle prossime elezioni regionali, seppure riconoscano che Torino e il suo territorio siano in difficoltà e abbiano bisogno di un rilancio: “C’è il rischio di venire inglobati da Milano, di diventare una città satellite, – dice Sembenelli – basta osservare i passeggeri sui treni alle sette di mattina. Torino si sta svuotando di capitale umano, ma una delle roccaforti sono proprio le università, che devono inserirsi sempre di più nei meccanismi di vita e decisionali della città”. Politica permettendo.
Battuta finale sul Tav e sulla vicenda che ha visto l’interruzione del rapporto di lavoro di un tecnico della ricerca condannato in primo grado per resistenza e lesioni aggravate durante i disordini ai cantieri dell’opera: “Sono dispiaciuto per il licenziamento di Pier Paolo Pittavino. Bisogna verificare se sia trattato di un atto dovuto, da parte dell’Ateneo. Quanto all’opera, da economista che di mestiere si occupa di analisi costi-benefici, posso dire che è davvero molto difficile prendere, dal punto di vista economico, una decisione. È, come molte altre, una scelta politica”.