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L’Università di Torino ricorda i docenti che rifiutarono il giuramento fascista

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Erano tanti i professori universitari che avversavano le idee del fascismo, ma solo in tredici decisero di ribellarsi al regime, rifiutandosi di firmare nel 1931, all’apice del consenso mussoliniano, il giuramento fascista imposto al mondo accademico italiano. E al coraggio della loro scelta è dedicato un numero speciale della Rivista di Storia dell’Università di Torino, dal titolo “Regime e dissenso 1931 – i professori che rifiutarono il giuramento fascista”, presentato oggi al Palazzo del Rettorato in via Verdi, e scaricabile gratuitamente online.

A pochi giorni dall’anniversario della liberazione dal nazifascismo; questo libro che ne racconta uno dei momenti più bui è stato presentato dalla presidente del Centro di Studi per la Storia dell’Università di Torino Clara Silvia Roero, che ha curato la realizzazione del numero, insieme al Vicerettore di UniTo Andrea Giaime Alonge e agli storici Francesco Traniello, Sergio Roda e Paolo Soddu. Questo volume è incentrato sulle vicende dei tredici docenti che rifiutarono di piegarsi al fascismo, ognuno di loro con le proprie motivazioni e la loro storia personale, ma uniti dalla difesa della libertà contro i dettami della dittatura. E un ruolo importante lo riveste proprio l’Università di Torino, che ha ospitato nelle sue aule ben nove dei tredici non giuranti, tre al momento del giuramento: il giurista Francesco Ruffini, l’antropologo Mario Carrara e lo storico dell’arte Lionello Venturi, ai quali è dedicata una targa nel palazzo del Rettorato in ricordo di tale avvenimento. Ruffini, decidendo di non giurare, decise di tenere fede al suo discorso pronunciato in Senato nel 1925, agli albori della dittatura fascista: “La libertà per me conta più che tutto, perchè essa è stata ed è la stessa ragione della mia vita spirituale; così che, se alla libertà per opportunismo, per utile, o per paura io non tenessi fede, mi parrebbe di esser vissuto invano e di perdere insieme la stessa ragione di vivere”. Molti colleghi la pensavano come Venturi, ma il timore di perdere tutto ebbe la meglio. Nel 1943 la questione del giuramento si ripropose, e furono in 21 i docenti dell’Università di Torino a rifiutarsi, seguendo l’esempio dei tredici di dodici anni prima.

Una storia vecchia di quasi un secolo, eppure ancora attuale, se si pensa a quello che accade in questi giorni in Russia, dove lo scoppio della guerra con l’Ucraina ha compresso notevolmente la libertà d’espressione, anche e soprattutto del mondo accademico, che ha nella conoscenza il mezzo per ostacolare e fermare le manovre del potere.

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