L’”onda bianca” per i bambini questa mattina ha invaso piazza Castello e le vie del centro città di Torino, una marcia organizzata dall’Unicef per ricordare, agli esponenti istituzionali, che ci sono i diritti per l’infanzia da tutelare.
Per le istituzioni c’era Chiara Caucino, assessora regionale con delega ai Bambini. A lei, il responsabile Unicef Antonio Sgroi ha consegnato la tavola dei diritti e il pigotto in stoffa, simbolo del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia.
L’azione dell’Unicef si rifà alla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rigths of the Child – CRC), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176.
La povertà minorile in Italia
Obesità, bullismo e cyberbullismo sono alcuni dei problemi che riguardano l’infanzia in questa parte di mondo. “Anche se viviamo nella parte giusta del mondo”, ha ricordato Antonio Sgroi, riferendosi a quei paesi più poveri del pianeta dove mancano servizi fondamentali come l’acqua e il diritto alla scuola. Sgroi cita il progetto Scuola Amica che vuole contrastare il fenomeno del cyberbullismo e sostiene che tra i ragazzi c’è il rischio della sedentarietà e di troppa realtà virtuale, riferendosi al caso del 16enne che si è schiantato con l’auto pensando fosse un gioco da consolle. Ma
Ma la povertà minorile ci riguarda da vicino. A confermarlo sono le stime dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). La povertà è soprattutto ereditaria: se nasci povero, resti povero. I minori poveri hanno raggiunto quota 2 milioni e 156 mila, concentrati soprattutto al Sud.
Legge “Allontanamento Zero”
È a quelle famiglie che l’assessora Caucino vorrebbe rivolgersi con un disegno di legge regionale “Allontanamento zero”, presentato oggi in conferenza stampa, a margine della marcia dei diritti dei bambini.
“Il principio di questa legge – ha spiegato Caucino – è che i bambini debbano essere tutelati all’interno del nucleo familiare d’origine. Quindi la Regione Piemonte garantirà un supporto di natura economica per far sì che il bambino, se non ci sono motivazioni gravi per l’allontanamento, venga sostenuto all’interno del nucleo di origine attraverso, appunto, dei finanziamenti. Perché, a volte, il disagio economico può essere causa di tutta una serie di problematiche che portano all’allontanamento”.
Venerdì prossimo il disegno di legge sarà approvato in giunta, poi passerà all’esame della quarta Commissione, infine sarà votato dal Consiglio regionale.
L’estate scorsa l’assessora leghista denunciò un numero maggiore di allontanamenti in Piemonte rispetto alle altre regioni: “Dobbiamo essere più cauti L’idea è che un bambino sia allontanato dalla famiglia solo in presenza di violenza suffragata da prove certe”.