“L’impianto produttivo di Mirafiori deve attrarre nuovi produttori e assumere giovani”. Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo è intervenuto così in occasione della manifestazione “8 ore di orgoglio torinese – il rilancio di Torino parte di Mirafiori” organizzata dai sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm mercoledì 12 giugno a Torino. Negli ultimi anni l’impianto, il più grande in Europa, è stato in gran parte dismesso e la produttività è calata notevolmente. Nel massimo del suo sviluppo lavoravano al suo interno 70mila persone mentre ora il numero degli addetti è di 11.835 persone. In totale la variazione percentuale è negativa e pari al 79%.
“Lo Stato deve aiutare concretamente l’automotive – ha aggiunto il primo cittadino torinese -. Le auto cinesi costano poco perché il governo fornisce dei sussidi che consentono alle aziende di livellare il valore di mercato e offrire veicoli a prezzi più economici. Sono contento che la 500 ibrida venga prodotta a Torino, ma dobbiamo chiedere che arrivino altri modelli. Molto dipenderà dalle scelte che saranno fatte dall’Ue se confermare o no lo stop alla produzione di motori termici dal 2035”.
Poi una riflessione più ampia sui dazi decisi dalla Commissione europea per le auto elettriche prodotte in Cina: “Potrebbero condizionare tutto il settore e contaminarne altri. Questo rappresenterebbe un rischio per tutto il Made in Italy. Perché se noi imponiamo dei dazi verso la Cina questa potrebbe reagire introducendo dei contro dazi che danneggiano l’export del nostro mercato agroalimentare”.
“Chiediamo un futuro ai 65mila lavoratori torinesi dell’indotto auto – dice Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino – Per quanto riguarda il tema della transizione ecologica al risultato delle elezioni europee emerge un piccolo terremoto, in particolare in Francia e Germania. Vedremo se questo rappresenterà un’opportunità per rendere più sostenibile a livello occupazionale gli effetti della transizione ecologica che riguarda l’automotive”.
Anche l’arcivescovo di Torino Roberto Repole è intervenuto con una lettera rivolta a lavoratori e sindacalisti: “Apprezzo e appoggio iniziative che supportano la ripresa della città. Per questo trovo importante che abbiate intitolato la manifestazione all’orgoglio torinese. Dobbiamo tornare a crescere come tante città hanno fatto. Da cittadino e cristiano ho speranza nel futuro e sono contento che si cerchi di lavorare affinché Torino possa continuare a sorridere”
Nel primo pomeriggio, è arrivato il commento di Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte: “Finalmente Stellantis ha preso atto che con meno di 200mila vetture Mirafiori non ha senso che resti aperta. Anche se dice che arriveranno 200mila vetture a fine 2025, inizio 2026 questo non basta, abbiamo bisogno di un nuovo prodotto, di nuovi produttori. Peraltro non è un segreto che, in base al regime di dazi che metterà o non metterà l’Europa, Stellantis stia puntando a produrre i modelli Leapmotor dei segmenti C e D in Francia. Torino e l’Italia dovrebbero chiedere di ospitare uno di questi segmenti. Bisognerebbe che noi uscissimo da questa sudditanza psicologica, da questa sindrome per cui siamo gli ultimi a cui arrivano nuovi prodotti. Torino deve candidarsi a essere quello che è sempre stata, il distretto dell’auto, perché è la componentistica che fa gran parte del prodotto automobile. Bisogna assumere nuovi lavoratori e non lasciare i cinquantenni fino all’ultimo giorno sulle catene di montaggio, con le pensioni allungate ingiustamente, altrimenti l’auto non ha futuro a Torino. Per questo il Presidente della Regione e il Sindaco di Torino devono avere più coraggio e non farsi prendere in giro.”