“Massimo impegno per il Goethe Institute”: così il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, in occasione dell’incontro con la console generale aggiunta di Germania, Tatjana Schenke-Olivieri svoltosi a Milano nella giornata di ieri, martedì 16 gennaio. Secondo quanto riportato dall’Ansa, fra i temi al centro del colloquio tra il primo cittadino e la diplomatica tedesca c’è stato anche il futuro della sede torinese del Goethe Institute, per la quale è prevista la chiusura entro il prossimo 31 gennaio. “Proprio la lingua tedesca sarà ospite quest’anno del Salone Internazionale del Libro e noi stiamo facendo di tutto perché Torino non perda una presenza dal valore culturale e storico così importante come quella del Goethe Institute” – ha dichiarato Lo Russo -. Abbiamo ribadito nuovamente la massima disponibilità della nostra amministrazione a supportare, per quanto ci compete, la ricerca di una soluzione che possa permettere a una realtà di grande importanza nel panorama torinese di continuare a svolgere la sua attività”.
Lo scorso 9 gennaio a Roma il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha incontrato l’omologa tedesca Claudia Roth toccando anche il delicato tema della chiusura del Goethe e delle sue sedi italiane, di cui quella torinese è la più antica con i suoi settant’anni. Come ribadito all’incontro tra i due ministri, un’alternativa per tenere in vita il Goethe Institut di Torino potrebbe essere lo spostamento della sede dai locali attualmente in piazza San Carlo, con un notevole risparmio per le casse dell’istituto, tutelando però un presidio storico, culturale ed economico fondamentale per la città. La decisione dell’istituto di migrare verso l’est Europa e l’area del Pacifico, infatti, mette a rischio licenziamento i 18 lavoratori torinesi sui 26 complessivi presenti in tutta Italia. Come già sottolineato nelle scorse settimane, il peso specifico del Goethe Institute è correlato all’influenza economica della Germania, primo partner commerciale dell’Italia e interlocutore fondamentale per il Piemonte, con l’export torinese che ha toccato il +46% rispetto al 2022, per un valore pari a 2,4 miliardi di euro.
Appresa la notizia della volontà di chiudere la sede torinese, l’ex allieva Silvia Borgiattino ha lanciato una petizione online che oggi ha superato le 18mila firme: il Goethe, si legge nel testo, è “una casa che vogliamo continuare ad abitare e a tenere aperta per tutto quello che ha rappresentato per noi”. Un obiettivo ripreso anche dal sindaco nel suo intervento di ieri, che ha sottolineato come l’obiettivo sia “lavorare in maniera coordinata insieme con la Regione, coinvolgendo anche il ministero degli Affari esteri, per fare in modo che il Goethe resti a Torino”. Attesa per la prossima settimana a Torino la console generale tedesca Susanne Welter, in un appuntamento che potrebbe rivelarsi decisivo per le sorti dell’istituto.