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L’Intifada riapre Palazzo Nuovo a personale e studenti

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Nell’attesa dell’incontro di mercoledì 5 giugno con il rettore di Unito Stefano Geuna, l’occupazione di Palazzo Nuovo entra in una nuova fase. Secondo gli e le occupanti, le lavoratrici e i lavoratori delle biblioteche e del palazzo stanno avendo delle ripercussioni a causa dell’occupazione. Alcuni sono stati ricollocati, ma altri sono stati per esempio messi in ferie. “Tutto il sistema di Unito non sta tutelando i lavoratori nonostante il blocco non l’abbiano avviato loro ma noi e questo sta avendo delle ripercussioni nei loro confronti”, spiega Camilla.

Dopo il weekend di assemblea nazionale le persone che stanno occupando pensano inoltre che sia arrivato il momento di cercare di coinvolgere maggiormente la popolazione, studentesca e non. Da qui la decisione: l’Intifada studentesca interrompe il blocco totale, riaprono le biblioteche e il personale di servizio può rientrare a lavorare.

Non si ferma però l’occupazione. Verranno tolte le catene dalle porte. Le tende che ora occupano l’atrio principale, gli androni delle scale e parti del primo piano verranno in parte tolte e spostate. Verranno occupate anche alcune aule e le aule magne del piano terra. Continua quindi il blocco della didattica e degli esami, con i disagi che proseguono per docenti, ricercatori e dottorandi e, soprattutto per studenti e studentesse. Le sedi degli esami sono in fase di riorganizzazione e non tutti sanno ancora dove dovranno sostenerli. Molte delle domande ora sono rivolte all’incontro con il Rettore, su cui ci sono ancora pochi dettagli. Dovrebbe essere aperto anche a una delegazione di studenti che non stanno occupando e arriva dopo tre settimane e mezza di accuse di mancata disponibilità al confronto da una parte e dell’altra. Intanto l’Università di Palermo ha rescisso gli accordi che aveva con le università israeliane.

La volontà degli e delle occupanti è continuare e, parlando con loro, non sembra esserci stanchezza da questo punto di vista. “Il fatto che siamo ancora qui, stiamo entrando nella quarta settimana e ancora pensiamo a quali altre iniziative fare, quali altri eventi, come mobilitare maggiormente, come continuare, dimostra che c’è una forte determinazione, una forte volontà a resistere” dice ancora Camilla. Il loro obiettivo rimane ancora la rescissione di tutti gli accordi con Israele e con aziende del settore militare, insieme alla trasparenza sugli accordi in essere dell’Università.