La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Limes porta “La febbre dell’Artico” al Circolo dei Lettori

condividi

Artico e cambiamento climatico. É stato questo il tema del secondo episodio, del ciclo di sei appuntamenti, della “Mappa del Mondo” che la rivista Limes ha proposto al Circolo dei lettori di Torino. Al celebre centro culturale di via Bogino ieri pomeriggio, oltre a Federico Petroni di Limes, sono intervenuti anche Lorenzo Pregliasco di YouTrend e Valentina Acordon di NIMBUS (Società meteorologica italiana).

Nel suo numero di febbraio, Limes guarda a Nord,  alla “Febbre dell’Artico“. Una zona indefinita dal punto di vista geopolitico ma che mette in palio risorse interessanti, di cui la principale è il Polo Nord stesso. Isola bianca molto fragile, come il ghiaccio che la riveste. Ma che ora si sta sciogliendo diventando sempre più blu.

Il Polo Nord sta vivendo in modo più drammatico di qualsiasi altro punto del globo il cambiamento climatico. Eppure non sarà quest’ultimo a determinarne il futuro bensì il tavolo geopolitico internazionale su cui verrà collocato e l’intensità con cui gli appetiti mondiali si scaricheranno su questo immenso lago. L’Artico è termometro per capire l’andamento futuro della partita tra le tre superpotenze mondiali: Cina, Russia e Usa, sempre più interessate ad aprire e popolare le rotte settentrionali che s’intersecano proprio qui. E così accorciare tempi e costi dei collegamenti tra Asia ed America.

“La corsa energetica in direzione del Polo Nord è agghiacciante” ha commentato la meteorologa Valentina Acordon. Il farmaco per questa febbre non si trova tanto nel matrimonio della società con nuove energie verdi bensì in una drastica riduzione dei consumi, che implica un profondo cambiamento nello stile di vita di tutti. Probabilmente è tardi per invertire il percorso del cambiamento climatico. Ma se è vero che “nel lungo periodo saremo tutti morti – commenta sarcasticamente Federico Petroni -, questo non deve impedire lo sviluppo di un punto di vista responsabile e sostenibile”.

Febbre dell’Artico” di Limes vuole essere “un titolo polisemico che si riferisce non solo al riscaldamento del tetto del mondo ma anche all’eccitazione febbrile che nutre le grandi potenze internazionali – ricorda Petroni -, che a questo guardano”. In direzione di una corsa a risorse energetiche e pesci, riserve proteiche sempre più importanti. La caccia al tesoro è già iniziata – “si pensi alla ricerca cinese delle miniere in Groenlandia”. Ma conquistare l’Artico è al momento impossibile. Rimane una terra poco conosciuta, che è stata mappata solo per il 15%.

RICCARDO LIGUORI