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Libri per salvare i media in esilio: la trovata dei russi di Meduza

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‘’Di solito parliamo di giornalismo, oggi parliamo di pubblicazione di libri’’ si presenta così Ivan Kolpakov, cofondatore e redattore capo di Meduza, il più grande media indipendente russo, al Festival internazionale del giornalismo, durante l’incontro “La pubblicazione di libri può salvare i media in esilio? Lezioni dall’esperienza di Meduza”.

Da dieci anni in esilio, fuorilegge a Mosca, eppure letto da milioni di persone. Il progetto Meduza è una forma resistente di informazione in un contesto complicato come quello russo, in una condizione di guerra proiettata su altri territori, sotto un governo che perseguita oppositori e minoranze. 

“Prima non esistevamo fisicamente in questo mondo’’ aggiunge Galina Timchenko, cofodatrice e CEO di Meduza. ‘’Ora con i libri sì. Le persone possono toccare i nostri libri.” Intorno ai libri si costruisce l’intuizione di Meduza per salvare i media. Quando Ray Bradbury nel 1953 scrive Fahrenheit 451, immagina un futuro distopico in cui i Vigili del Fuoco bruciano i libri per volere del governo. La mente torna subito al rogo dei libri del 1933 in Germania, andando indietro, l’autore pare abbia tratto ispirazione anche dall’incendio della biblioteca di Alessandria. Un libro che brucia, nella storia e nella letteratura, è divenuto un simbolo di soppressione dei diritti. In questo senso Meduza ha fatto la scelta opposta. 

Meduza aveva un proprio pubblico, un canale di diffusione efficiente e degli autori, però ha iniziato ad avere nuovi bisogni. Dal punto di vista editoriale è ora necessario combattere la news avoidance e trovare nuovi temi riconoscendo che le persone hanno bisogno di supporto morale in un contesto di guerra. Dal punto di vista economico, invece, la necessità è rimasta sempre quella impellente di attuare piani sostenibili. Guardandosi intorno hanno notato che più di un milione di persone ha lasciato la Russia, che molte persone in Russia chiedono libri senza censure e che molti autori vorrebbero pubblicare in russo, ma non in Russia, considerando che la lingua ha parlanti anche in altre zone del mondo.

Ad oggi Meduza stampa e vende libri in tutto il mondo e li distribuisce gratuitamente attraverso la sua app in Russia. A crearsi, secondo gli ideatori, è una specie di circolo vizioso: le persone vogliono leggere i libri e scaricano l’app. Le persone leggendo i libri sull’app leggono anche le notizie. Se le persone leggono le notizie leggono anche i libri. 

Attualmente sono stati stampati 4 libri che hanno raggiunto circa 23mila lettori, per un totale di 250mila euro raccolti. Sono invece 8 i libri rilasciati in formato digitale, letti circa 50mila volte. Il numero di utenti che utilizzano l’app di Meduza è aumentato del 32% da novembre a marzo. Lo scopo è superare la censura, la news avoidance ed esplorare un nuovo modello di business per i media in esilio. 

Tra i libri citati, sottolinea Kolpakov, c’è Fear No Evil di Natan Sharansky, testo letto da Aleksei Navalny in prigione. Proprio quel Navalny, negli ultimi tempi, è divenuto esso stesso simbolo di resistenza. Come un libro.